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giovedì 19 agosto 2021

19 agosto - Tra le rovine

 …confessando di essere forestieri e pellegrini sulla terra.

Ebrei 11:13

 

Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, perché ha preparato loro una città.

 Ebrei 11:16

 

Tra le rovine

 

Poco dopo l’ultima guerra mondiale, a Londra, mio nonno stava visitando con un amico le rovine della “City”. Passando per una via devastata dai bombardamenti hanno notato le macerie di una casetta di cui non rimanevano in piedi che alcune parti del muro del pianterreno e l’architrave della porta d’ingresso. Un tempo, sopra questa porta, il proprietario aveva fatto incidere il seguente testo biblico: “Se questa tenda che è la nostra dimora terrena viene disfatta, abbiamo da Dio un edificio, una casa non fatta da mano d’uomo, eterna nei cieli” (2 Corinzi 5:1). Che fine avranno fatto gli abitanti di quella casa? Avranno potuto ripararsi per tempo in qualche rifugio o saranno periti tra le macerie? Mio nonno non l’ha mai saputo, ma la scritta su quella porta rendeva testimonianza alla certezza della loro fede nelle promesse di Dio.

La tenda di cui parla l’apostolo Paolo è il nostro corpo, l’involucro, per così dire, dell’anima e dello spirito. Quando il credente muore, il suo corpo ritorna in polvere e la sua anima è accolta da Gesù nel paradiso, secondo la promessa da Lui fatta al brigante pentito crocifisso al Suo fianco (Luca 23:43). Là aspetta, nel riposo, il giorno glorioso in cui il Signore Gesù spiegherà tutta la Sua potenza: risusciterà i credenti morti e trasformerà i vivi, e darà loro un corpo nuovo, glorioso, che sarà l’abitazione definitiva della loro anima. Non si tratterà più di una tenda fragile e provvisoria, di un corpo destinato a decomporsi di nuovo, ma di un “edificio” eterno. È in questa nuova condizione che tutti gli uomini salvati per mezzo della fede in Cristo abiteranno per sempre nella casa del Padre.