Seguici anche su Facebook!

Seguici anche su Facebook! Unisciti al Gruppo cliccando su:
https://www.facebook.com/groups/287768858057968/

giovedì 5 agosto 2021

Chi è Gesù Cristo?

Diversamente dalla domanda "Dio esiste?", pochissime persone hanno messo in dubbio che Gesù Cristo sia esistito. Persino il calendario (occidentale, ma è quello di riferimento) riconosce tacitamente la sua centralità storica, perché si datano gli anni a partire dal momento della sua nascita. Pur avendo vissuto solo 33 anni, nessuno ha influenzato più gente e nazioni di lui. Il dibattito comincia quando si discute sull’argomento della piena identità di Gesù. Quasi ogni religione principale insegna che Gesù fu un profeta o un grande maestro o un sant’uomo. Il problema è che la Bibbia ci dice che Gesù fu infinitamente più di un profeta, di un grande maestro o di un sant’uomo. Gesù stesso pose la domanda: “Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?” (Matteo 22:42). E’ questa una delle domande più importanti che possiamo porci.

Gesù è davvero esistito? - Esiste qualche prova storica di Gesù Cristo? A questo riguardo esiste una sorprendente quantità di informazioni su Gesù che può essere attinta dalle fonti storiche secolari. Tra i tanti, possiamo ricordare alcuni storici piuttosto conosciuti, come Tacito, Svetonio e Giuseppe Flavio, che era ebreo. In conclusione, ci sono prove schiaccianti dell’esistenza di Gesù Cristo, tanto nella storia secolare quanto in quella biblica. Forse, la prova maggiore che Gesù è esistito è il fatto che letteralmente migliaia di cristiani del primo secolo d.C., a cominciare da Stefano (Atti 7), furono disposti a dare la propria vita come martiri di Gesù Cristo. La gente è disposta a morire per ciò che crede essere vero, ma nessuno per ciò che sa essere una menzogna.

Gesù è Dio - Abbiamo già trattato questo argomento, ma torniamoci un momento per aggiungere qualcosa.

Isaia profetizzò che il suo nome sarebbe stato “Emanuele”, che significa “Dio con noi” (Isaia 7:14). Inoltre, ancora profetizzando la nascita di Gesù, ne annunciò la divinità: “Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace” (Isaia 9:6).

Giovanni, che definì Gesù “la Parola”, ci dice che la Parola era, cioè già esisteva prima del principio. Quindi, da ogni eternità, ma soprattutto dal momento in cui ha preso un corpo umano, Cristo è l’espressione della Persona e del pensiero divino (Giovanni 1:1). Il successivo versetto 3 ci ricorda che “Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta.”, cioè tutte le cose create furono chiamate all'esistenza dalla Parola. Dunque il Signore Gesù è il creatore di tutte le cose e il solo in grado di dare la vita.

Ebrei 1:3 ci ricorda che Gesù è della stessa natura di Dio, “splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza”.

Eppure molti, pur non negandone la realtà storica, non accettano questa dimostrazione della divinità del Signore; tutt’al più lo considerano un maestro, un rivoluzionario, un eroe. Qualcuno, un bugiardo che pretendeva di essere Dio. Un uomo che fosse soltanto uomo e dicesse il genere di cose dette da Gesù non sarebbe un grande maestro di morale. Sarebbe stato uno stupido, condannandosi inutilmente alla crocifissione, o un pazzo, o un malvagio. Bisogna scegliere. O quest’uomo era, ed è, il Figlio di Dio, oppure è un pazzo o qualcosa di peggio. La Bibbia parla chiaro, e tutto è stato scritto “affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome.” (Giovanni 20.31).

Gesù è Dio in forma umana - Chiarito che Gesù è Dio, va precisato che era anche un vero uomo, un uomo speciale che in sé portava la natura divina.

Anche alcuni dei suoi discepoli evidenziano la sua natura umana, come Paolo quando dice: “C'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato sé stesso come prezzo di riscatto per tutti.” (1Timoteo 2:6-7).

Un’altra prova dell’umanità di Gesù l’abbiamo nel fatto che nacque da una donna, proprio come noi. Molti lo conoscevano come “il falegname, il figlio di Maria” (Marco 6:3). Anche se Gesù aveva una madre umana, suo Padre non era un uomo. In Galati 4:4 leggiamo: “… Dio mandò suo Figlio, nato da donna.”

Dai vangeli sappiamo che Gesù manifestava caratteristiche umane: aveva sonno (Matteo 4:38); aveva fame (Matteo 4:2); sete (Giovanni 19:28); si stancava (Giovanni 4:6); pianse (Giovanni 11:35); fu sottoposto a tentazioni (Matteo 4:1), però “senza commettere peccato” (Ebrei 4:15). Provò il dolore (Luca 22:44). Pregava (Luca 11:1, Marco 12:35). Si spostava di luogo in luogo (Marco 7:31).

La Scrittura insegna dunque che Gesù era pienamente umano, con un corpo fisico come il nostro, che ricevette da Maria. Allo stesso tempo, Gesù era pienamente Dio, con una natura eterna e senza peccato.

Cosa fece Gesù? Gesù non fu un personaggio importante come lo furono Alessandro Magno, Giulio Cesare o Napoleone, tanto per dire qualche nome. Eppure nessuno potrà mai eguagliare la sua grandezza.

Visse una vita perfetta. Come abbiamo già detto, Gesù era senza peccato, quindi non poteva in alcun modo nemmeno pensare cose inappropriate. Non conosciamo praticamente nulla della sua gioventù, perché i Vangeli ci parlano di lui quasi esclusivamente a partire da quando ha cominciato ad insegnare; però, in Luca 2 lo vediamo dodicenne al tempio “seduto in mezzo ai maestri: li ascoltava e faceva loro delle domande; e tutti quelli che l'udivano, si stupivano del suo senno e delle sue risposte” (Luca 2:46-47). Al versetto 51 leggiamo che, riguardo ai suoi genitori “stava loro sottomesso.” Infine, dal versetto 52 apprendiamo che “Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia davanti a Dio e agli uomini.

Morì una morte piena di significato - Gesù venne su questa terra per morirvi. Lui stesso disse: “il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito ma per servire e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti” (Matteo 20:28). “Cristo morì per i nostri peccati.” (1Corinzi 15:3). Abbiamo già parlato dell’amore di Dio, e di Gesù stesso, che sta alla base di una simile opera. Ma perché Cristo ha dovuto morire?

Per sostituire l’uomo nella condanna per i peccati. Molti secoli prima che Gesù nascesse, il profeta Isaia scrisse con meravigliose parole profetiche che un giorno Uno sarebbe venuto a portare i peccati degli altri: “Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e grazie alle sue ferite noi siamo stati guariti.”(Isaia 53:5) e “ha dato sé stesso alla morte ed è stato contato fra i malfattori; perché egli ha portato i peccati di molti e ha interceduto per i colpevoli.” (vers. 12). 

Per giustificare – cioè rendere giusto - l’uomo davanti a Dio. La santità di Dio impone che ogni persona che commette peccato sia separata, allontanata da Dio stesso. In altre parole, che muoia spiritualmente. Chi potrebbe pretendere di non essere in questa condizione? La Bibbia lo dice: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù.” (Romani 3:23-26).

Ecco. Dal momento che Cristo ha pagato per i miei peccati, posso essere salvato, giustificato davanti a Dio.

A questo punto, è inevitabile che io ti ponga qualche domanda. Che valore ha, per te, la morte del Signore Gesù? Sei consapevole di essere un peccatore, e di meritare il giusto giudizio di Dio? Hai riflettuto sulle conseguenze del non credere al Signore Gesù? Non è venuto il momento di appropriarti dell’opera della croce, di essere salvato e giustificato? Adesso è il momento di darti una risposta.


L'ultima cena e il ricordo della sua morte-

Il luogo è descritto come “ una grande sala di sopra ammobiliata e pronta”. Evidentemente non era presente alcun servitore, per cui non c'era nessuno che lavasse loro i piedi prima del pasto. Nessuno degli apostoli era così umile da intraprendere questo compito servile. Suscitando in loro un grande imbarazzo, il Signore, durante il pasto, indossò un grembiule da servo, mise l'acqua in una bacinella e cominciò a lavare i piedi ai discepoli, facendo quello che nessuno aveva voluto fare. Spiegò poi loro come l'amore autentico si esprime sempre nel servizio umile e che il mondo li avrebbe riconosciuti come suoi discepoli solo se si fossero amati, l'un l'altro. Poi ad un certo punto del pasto prese il pane lo benedisse e lo spezzò dicendo loro: “ Questo è il mio corpo, dato per voi; fate questo in memoria di me” 1 Cor. 11:24. Allo stesso modo prese il calice e disse: “Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue”. Egli stava dando almeno tre insegnamenti.

Il primo concerneva la centralità della sua morte. Non era, come nei comuni funerali, un omaggio finale reso al defunto ma, Egli disse loro di ripeterla. Come? Ripetendo semplicemente i suoi gesti. La “cena”, istituita dal Signore stesso ricorda in modo chiaro il significato della sua morte e la centralità che la croce ha per ogni cristiano.

Il secondo luogo, il Signore voleva ricordare lo scopo della sua morte che da inizio ad un nuovo patto e Matteo aggiunge che il suo sangue doveva essere sparso “per il perdono dei peccati”. Il suo popolo aveva infranto il patto fatto con Dio, ora dopo più di sei secoli, nella sala di sopra, il Signore affermò che ci sarebbe stato un nuovo patto fondato sull'offerta che lui avrebbe fatto di se stesso con il suo sangue sparso.

Terzo, il Signore che ha “vivamente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire” Luca 22:15. Egli desidera essere in mezzo ai suoi e non vuole che ci limitiamo a spezzare il pane e versare il vino, ma dobbiamo mangiarlo e berlo. Queste azioni dimostrano il nostro ricordo vivo e la nostra affezione per Lui.


Dopo la sua morte...

Gesù è risuscitato - Questa verità che tutti i Vangeli (Matteo 28:1-20; Marco 16:1-20; Luca 24:1-53 e Giovanni 20:1-21:25) ci presentano è messa in discussione da chi non è cristiano. Eppure, la Scrittura presenta delle prove inoppugnabili che Gesù Cristo fu effettivamente risuscitato dai morti. Il libro degli Atti ci racconta degli ultimi giorni che Gesù ha passato con i suoi prima della sua ascensione e in particolare la missione che ha loro affidato di annunciare la buona notizia, l’Evangelo a tutto il mondo. 

Una prova del tutto convincente è la tomba vuota. 

Un’ulteriore prova della Sua risurrezione è data dalle molte persone a cui Egli apparve (Matteo 28:5, 9, 16-17; Marco 16:9; Luca 24:13-35; Giovanni 20:19, 24, 26-29; 21:1-14; Atti 1:6-8; 1 Corinzi 15:5-7).

Un’importante ragione per cui la risurrezione di Gesù è vera e basilare affinché l’opera della croce sia completa ce lo spiega l’apostolo Paolo in 1Corinzi 15, nel quale spiega perché sia cruciale comprendere e credere nella risurrezione di Cristo. La risurrezione è importante per i seguenti motivi:

         - se Cristo non è risuscitato dai morti, non lo saranno nemmeno i credenti (1 Corinzi 15:12-15); 

     - se Cristo non fosse risuscitato dai morti, il Suo sacrificio per il peccato non sarebbe stato sufficiente (1 Corinzi 15:16-19). La risurrezione di Gesù dimostrò che la Sua morte fu accettata da Dio come espiazione per i nostri peccati. Se Egli fosse semplicemente morto e rimasto tale, ciò indicherebbe che il Suo sacrificio non fu sufficiente. Ne conseguirebbe che i credenti non sarebbero perdonati per i loro peccati e che rimarrebbero nella morte dopo essere morti (1 Corinzi 15:16-19), non ci sarebbe la vita eterna promessa in Giovanni 3:16.

Nessun commento:

Posta un commento