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sabato 28 agosto 2021

Due realtà

Esistono queste due grandi realtà: tutti i nostri peccati sono stati cancellati dal sangue che il Signore ha versato alla croce e questa è la prima verità, ma che dire allora delle tentazioni e delle cadute che caratterizzano la vita dei credenti?

Quale è il nostro atteggiamento quando dopo avere creduto troviamo in noi i vecchi desideri? Non proverà questo che tutto quanto abbiamo detto è falso?

Il nemico verrà con le sue insinuazioni, ricordiamoci che uno dei punti principali di cui si serve sempre il maligno è di farci dubitare dei fatti divini (pensiamo a Genesi 3:4).

Mi trovo a scrivere di nuovo su di un argomento molto dibattuto, ma un lettore evidentemente molto preoccupato dal proprio cammino, è rimasto turbato dalla lettura di un singolo versetto:  “Chiunque è nato da Dio non commette peccato, perché il seme d'Esso dimora in lui; e non può peccare perché è nato da Dio” 1 Giovanni 3:9 (ver. Luzzi Riveduta).

Tale dichiarazione, se mal compresa, può indurci in errore. Giovanni non dice con questo che il peccato non esiste più in noi e che non commettiamo più peccati, argomento ben chiarito nel capitolo 1 dai versetti da 8 a 10. Ma dice che il peccato non è nella natura di quelli che sono nati da Dio. La vita di Cristo è stata piantata in noi per la nuova nascita e questa nuova natura è liberata dalla potenza del peccato.

Ma attenzione, ad esempio, l'espressione “liberati dal peccato” e “morti al peccato” in Romani 6:7 e 11, implica la liberazione da una potenza ancora ben presente e molto reale e non da una cosa che non esiste più. Il peccato è sempre lì, ma noi conosciamo la liberazione dal suo potere, in una misura che cresce di giorno in giorno.

No, il peccato non è sradicato, è insito nella vecchia natura che non può fare altro che peccare e se l'occasione si presenterà, se le corde che la tengono bloccata in uno stato di morte verranno allentate, trionferà su di noi facendoci commettere nuovi peccati. Il peccato, l'antico padrone, è sempre vicino, ma lo schiavo che lo serviva è stato messo a morte, così è stato liberato dai suoi attacchi e le sue membra non sono più adoperate.

Dobbiamo, dunque, scegliere i fatti su i quali vogliamo contare e per i quali vogliamo vivere, tutto dipende ormai dalla misura con cui diventa vera e reale l'opera di Dio in noi.