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giovedì 26 agosto 2021

26 agosto - Sete di felicità

Gesù le rispose (alla donna samaritana): “Chiunque beve di quest’acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell’acqua che io gli darò non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna”.

Giovanni 4:13, 14

 

Sete di felicità

 

Ai giorni nostri più che mai si è alla ricerca della felicità; ne sono avidi tanto i giovani quanto gli anziani. Bisogna riconoscerlo francamente: questa sete di felicità è la prova che non si è felici, perché non si cerca quello che già si possiede e di cui già si gode. Ma perché non si è mai veramente felici? Soltanto la Bibbia ci dà la spiegazione e ce la fa conoscere fin dalle prime pagine.

L’inizio del libro della Genesi ci fa vedere il primo uomo, Adamo, in relazione col suo Creatore, sottomesso e dipendente. In questa condizione l'uomo era veramente felice. Ma poi disubbidì a Dio, ascoltò i suggerimenti di Satana e diventò infelice, perché il peccato l’ha separato dall’unica sorgente di felicità, cioè Dio. Tutti i suoi discendenti, noi compresi, sono in questa situazione. Molti vorrebbero uscirne, ma ignorando completamente Dio e la Sua volontà. La Scrittura dice: “Non c’è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti” (Romani 3:11-12).

Nella sua ricerca della felicità perduta, il cuore dell’uomo si volge inevitabilmente verso il mondo e le cose che esso offre, come l’ago della bussola si volge verso il nord. Però il cuore umano è troppo vasto perché il mondo lo possa riempire; presto o tardi, quest’esperienza la fanno tutti. L’uomo è stato fatto da Dio e Dio solo può soddisfarlo. È dunque presso di Lui che bisogna cercare la felicità, anche se le nostre disposizioni naturali ci porterebbero in tutt’altra direzione.