Vengo da una famiglia solida, operaia, nata con una cultura cattolica, i cui principi erano le norme del vivere civile: l'onestà, l'impegno e il lavoro. Rispettosa di principi come, “aiutati che Dio ti aiuta”, convinti come eravamo che questo principio si trovasse nella Bibbia.
“Chi fa da se fa per tre” era il nostro motto, Lui ha fatto la sua parte, ora toccava a noi fare la nostra, una proposta equa, il cinquanta per cento ad ognuno, un esistenza stile “fai da te”, nella quale sopravalutavamo la nostra parte.
Non c'è bisogno di ricorrere al soprannaturale, pensavamo bastasse il naturale, non c'è posto per lo straordinario è sufficiente l'ordinario. La preghiera diventa un gesto simbolico, la vera forza sta dentro di te, non lassù, la comunione diventa un rituale, il vero eroe sei tu. Tutto quello di cui hai bisogno è solamente un atteggiamento positivo.
E' come se il mondo fosse un orologio che Dio ha caricato una volta soltanto e che ha abbandonato al suo destino lasciando che si scarichi. In quest'ottica la filosofia funziona fintanto che funzioni tu, la tua fede è forte solo se sei forte tu ma il “cristianesimo fai da te” è di scarsa utilità per chi è sfinito dentro e stremato fuori.
Arriva il momento in cui non basta un buon consiglio, abbiamo bisogno di aiuto, un aiuto profondo. Ci occorre qualcuno che ci sostenga, ci dia forza, speranza e ci consoli...
“e io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché dimora con voi, e sarà in voi” Giovanni 14:16-18.
Osservate le parole finali di questi versetti e nello stesso tempo capirete dove Dio vuole essere: “in voi”.
Non vicino a voi, non sopra di noi, non attorno di noi, ma dentro di noi.