“Ecco, io vengo! Sta scritto di me nel rotolo del libro. Dio mio, desidero fare la tua volontà, la tua legge è dentro il mio cuore”.
Salmo
40:7, 8
La
persona di Gesù Cristo
Le parole del Salmo 40, citate
nel versetto di oggi, assumono il loro vero significato solo nella bocca di
Gesù Cristo, il Figlio di Dio, venuto dal cielo per compiere la volontà del suo
Dio e Padre. Ogni istante della Sua vita era consacrato al Padre. Tutte le Sue
parole e tutte le Sue azioni corrispondevano perfettamente alla Sua volontà.
Né l’opposizione degli uomini, né
le tentazioni di Satana, potevano distoglierlo dalla Sua perfetta ubbidienza.
Nel giorno della tentazione, nel deserto (Matteo 4:1-11) lo assalì Satana con
la sua perversa astuzia. Davanti al tribunale religioso, si riversò su Lui
l’ostilità spietata dei capi del popolo che pure aveva servito con amore e con
grande misericordia. Ma non cedette un solo istante. Alla fine, di propria
volontà, in una totale ubbidienza, accettò l’iniqua condanna e si lasciò crocifiggere.
Aveva detto ai discepoli: “Non berrò forse il calice che il Padre mi ha dato?”
(Giovanni 18:11).
Prima di allora non era mai
vissuto sulla terra un uomo simile. Soltanto il Padre ha potuto apprezzare la grandezza della devozione del Figlio e
del Suo infinito valore, e desidera
che noi condividiamo la Sua stima. Se lo ringraziamo e lo lodiamo soltanto
perché ci ha salvati, vuol dire che non siamo ancora riusciti ad afferrare
interamente l’eccellenza dell’opera di Cristo e della Sua gloriosa persona.
“La nostra comunione è con il Padre e con il
Figlio suo Gesù Cristo” (1 Giovanni 1:3).