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giovedì 17 febbraio 2022

17 febbraio - Cristo, il compimento delle Scritture

Beati gli occhi vostri, perché vedono; e i vostri orecchi, perché odono! In verità io vi dico che molti profeti e giusti desiderarono vedere le cose che voi vedete, e non le videro; e udire le cose che voi udite, e non le udirono.

Matteo 13:16-17

 

Cristo, il compimento delle Scritture

(Il Vangelo secondo Matteo)

 

Ciascuno dei quattro Vangeli presenta un aspetto diverso della persona del Signore. Il primo, Matteo, rivela Gesù come il Messia atteso, Colui che compie le profezie. Marco lo presenta come il servitore dell’Eterno, Luca come l’uomo perfetto, Giovanni come il Figlio di Dio.

Il Vangelo di Matteo è come un ponte fra l’Antico Testamento e il Nuovo. I profeti dell’Antico Testamento annunciavano le profezie riguardanti il Messia, il Cristo, e ne aspettavano il compimento. I discepoli le vivevano personalmente perché Gesù era proprio quel Messia promesso; essi vedevano e capivano le cose che i credenti di un tempo avevano sperato. Matteo non presenta Gesù come un nuovo profeta, ma come Colui che compie le profezie. Il Regno di Dio, promesso e per tanto tempo atteso, è arrivato nella persona di Gesù, ma non è stato accolto; la sua realizzazione è rimandata a un prossimo futuro quando gli Ebrei, sotto la pressione di terribili giudizi, si pentiranno di aver messo in croce il loro Messia.

Gesù è anche Colui che compie la Legge di Dio, rivelata nell’Antico Testamento. Certi pensavano che Gesù non la rispettasse, per esempio quando faceva guarigioni in giorno di sabato. Ma Gesù ha potuto dire: “Io sono venuto non per abolire, ma per portare a compimento” (Matteo 5:17). Gesù è andato oltre al semplice rispetto esteriore della Legge. Era questa giustizia del cuore, non di parole, che animava la Sua vita. I motivi che lo facevano agire erano quelli di Dio, che è amore e luce. Egli viveva di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio (Matteo 4:4).