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martedì 1 febbraio 2022

Non siamo più capaci di chiamarlo per nome

“Guai a quelli che chiamano bene il male, e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro!” Isaia 5:20.

 

Queste parole dovrebbero farci riflettere perché segno evidente di decadimento morale di questi ultimi anni è proprio la tendenza a sminuire la gravità del peccato e a giustificare il male.

Gli psicologi cercano la causa della delinquenza e della perversità umana nella mancanza d'affetto e di educazione famigliare, nelle ingiustizie della società, nei conflitti fra natura biologica dell'uomo e quella tecnologica dell'ambiente in cui vive. E in certo modo questo è vero. Ci sono indiscusse responsabilità nelle famiglie, nella società, nell'ambiente in rovina; ma mentre si cerca di porre rimedio, chi commette il male è spesso scusato a tal punto da sembrare che nessuno abbia più una responsabilità personale, né il dovere di rendere conto a qualcuno di quello che fa.

Chi segue la cronaca di questi tempi ha la sensazione che commettere il male sia una specie di bravata, un modo come un altro di dare sfogo a quella carica di aggressività che ognuno di noi ha dentro a sé. Chi ha ucciso è intervistato, fotografato e diventa quasi un attore sulla scena impazzita del teatro di questo mondo che sembra non abbia ormai più niente di sano da rappresentare.

Eppure il male è male e Dio odia il male. Se non siamo più capaci di chiamarlo per nome e abbiamo perso il coraggio e la volontà di condannarlo, scivoliamo su una china da cui non risaliremo più.

C'è, naturalmente, chi si illude di poter porre rimedio ma continuando a escludere Dio dai metodi che propongono. I sociologi, i giuristi, gli psichiatri, se non conoscono il pensiero di Dio, non conoscono nemmeno la vera natura dell'uomo e non sono in grado di individuare le reali cause del male. Se non si crede a ciò che dice la Bibbia degli uomini, cioè che: “il loro cuore concepiva soltanto disegni malvagi in ogni tempo” (gen 6:5), non si può essere in grado di eliminare tutto ciò che stimola gli istinti più perversi della nostra natura e li fa affiorare. Non si vigilerà sugli spettacoli, né sulle letture; non si cauteleranno i giovani dai veleni del cuore naturale ma si continuerà a produrre e proporre solo forme spregiudicate di apparente liberà, in un clima d'indulgenza colpevole e disorientatrice.

La natura umana è malvagia. L'esser umano è peccatore “davanti a Dio”  ma un rimedio c'è a questo sconvolgente stato di cose ed è la consapevolezza di essere peccatori e l'accettazione incondizionata del perdono che Egli offre per mezzo della fede in Cristo Gesù.