Era necessario che il Figlio dell'uomo soffrisse molte cose… fosse ucciso e dopo tre giorni risuscitasse.
Non è venuto per essere
servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per
molti.
Marco 8:31; 10:45
Cristo, il servitore
sofferente
(Il Vangelo secondo Marco)
Il
Vangelo di Marco è il più breve e conciso dei quattro Vangeli. Esso riporta le
opere di Gesù più che le Sue parole. Fin dall’inizio, Marco parla del servizio del Signore. L’avverbio
“sùbito” è molto frequente e mette in rilievo la dedizione completa di Gesù nel
Suo servizio in ubbidienza a Dio e in favore degli uomini.
Gesù
è presentato dunque come il perfetto
Servitore. Non è soltanto il Re promesso a Israele, come lo presenta
Matteo, ma anche il vero Servitore dell’Eterno (vedere Isaia 42:1-9; 49:1-6;
52:13-15; Zaccaria 3:8). Non è il servitore degli uomini, ma di Dio. Però il
Suo servizio per Dio si compie nel servizio verso gli uomini; così Egli fa
conoscere la bontà e la misericordia del Padre.
Gesù
è anche il Servitore sofferente. In questo Vangelo il racconto delle sofferenze
e della morte di Gesù occupa un grande posto. “Il Figlio dell’uomo deve patire molte cose ed esser
disprezzato”; “lo scherniranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e
l’uccideranno” (Marco 9:12; 10:34; vedere anche 8:31). Come Egli stesso ha
detto, non era venuto “per essere servito, ma per servire, e per dare la sua vita come prezzo di riscatto per
molti”.
Il
riscatto è il prezzo che si paga per la liberazione di un prigioniero. Gesù
annuncia che morirà al posto di quelli che credono in Lui, per liberarli dalla
schiavitù di Satana e del peccato, e dal giudizio di Dio.