Parlare solamente dell’amore non ci da un giusto concetto di Dio.
Il proposito di Cristo non fu semplicemente quello di rivelare l’amore di Dio che perdona, ma la santità di tale amore.
Come può il santo amore di Dio venire incontro ai bisogni dell’uomo?
Come possiamo fare coincidere la maestà di Dio con il problema del perdono vista la gravità del peccato, perché Dio agisce sempre in conformità con i suoi attributi, tutti i suoi attributi.
La croce è il suo capolavoro, lì il suo amore, la sua santità e la sua giustizia si sono incontrati trovando un pieno appagamento.
“Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti.” Isaia 53:6.
Dio è perfettamente giusto e la sua giustizia, come ogni altro suo attributo, non cambia ne è alterabile perché è assolutamente perfetto e ogni cambiamento sarebbe in conflitto con se stesso, è la sua natura che lo esige.
Dio deve essere se stesso e agire secondo la perfezione della sua natura o del suo nome.
“SIGNORE, se le nostre iniquità testimoniano contro di noi, opera per amor del tuo nome; poiché le nostre infedeltà sono molte; noi abbiamo peccato contro di te.” Geremia 14:7.
In questa preghiera vi è un riconoscimento della nostra pochezza e una supplica verso il Signore ad agire per amore del suo nome, cioè restando fedele a ciò che lui è. Noi siamo mancanti e veniamo spesso meno ai nostri propositi, facciamo promesse che spesso non manteniamo siamo soggetti a sbalzi di umori, non teniamo fede ai nostri patti. Non è così di Dio.
“Perciò, di' alla casa d'Israele: Così parla il Signore, DIO: "Io agisco così, non a causa di voi, o casa d'Israele, ma per amore del mio nome santo, che voi avete profanato fra le nazioni dove siete andati.” Ezechiele 36:22.
Nell’Antico Testamento il nome rappresentava molto di più di un semplice dato anagrafico ma dettava proprio le caratteristiche di colui al quale veniva assegnato. Rappresentava ciò che noi siamo.
Non possiamo appellarci a te sulla base di ciò che noi siamo, possiamo farlo basandoci sulla consapevolezza di chi sei tu.
Quando agisce per amore del suo nome dimostra la decisione di essere fedele ad esso preoccupandosi della propria coerenza.
Dio perdonando i peccatori e riconciliandoli con se deve innanzi tutto essere coerente con se stesso.
Deve soddisfare ogni aspetto del suo essere incluso la giustizia e la santità.
Nella Scrittura sono presenti alcune “dualità” difficilmente compatibili fra loro.
“La bontà e la verità si sono incontrate, la giustizia e la pace si sono baciate.” Salmo 85:10.
Come è possibile?
Gli uomini sono tutti peccatori e privi della gloria di Dio, come ha potuto la verità trovare il suo spazio in mezzo a loro?
Oh Dio agiva con bontà e perdonava gli uomini o agiva con verità e gli condannava.
La verità poteva coesistere con la bontà e la giustizia con la pace?
Dobbiamo andare alla croce per vedere tutte queste virtù trovare il loro centro e il loro compimento.
“Proclamatelo, fateli avvicinare, si consiglino pure assieme! Chi ha annunciato queste cose fin dai tempi antichi e le ha predette da lungo tempo? Non sono forse io, il SIGNORE? Fuori di me non c'è altro Dio, Dio giusto, e non c'è Salvatore fuori di me.” Isaia 45:21.
Un Dio giusto poteva salvare dei peccatori? In che modo la sua giustizia sarebbe stata soddisfatta?
“E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.” Giovanni 1:14.
Ecco il modo. La Parola si è fatta carne. Dio stesso è venuto in soccorso all’uomo e la grazia e la verità sono venute su questa terra. Colui che è ricco si è fatto povero per arricchire molti.
Dio ha conciliato quello che sembrava inconciliabile.
“Considera dunque la bontà e la severità di Dio: la severità verso quelli che sono caduti; ma verso di te la bontà di Dio, purché tu perseveri nella sua bontà; altrimenti, anche tu sarai reciso.” Romani 11:22.
Paolo non trova nulla di anomalo nel sovrapporre i riferimenti all’ira e all’amore di Dio.
Tutti gli attributi di Dio operano in armonia, non vi è conflitto fra la sua bontà e la sua giustizia.
“Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità.” 1 Giovanni 1:9.
Dio è giusto e come tale deve punire il peccato, non può semplicemente assolvere la colpa lasciando insoddisfatta la sua giustizia.
Molte persone trovano inaccettabile che si debba pagare un prezzo eterno per le proprie colpe ma Dio non tollera il peccato.
E’ assolutamente necessario avere un concetto chiaro di Dio.
Oggigiorno vi è un concetto errato dell’amore di Dio. Un amore privo di ira nei confronti del peccato.
Un Dio tollerante.
Molti teologi hanno fatto dell’amore di Dio la loro bandiera.
L’amore di Dio non è mai isolato dalla sua ira e viceversa. Questi due attributi non sono in antitesi fra loro ma sono attribuiti costanti della natura di Dio. La sua ira coesiste con il suo amore e non ci sono conflitti fra loro.
Vi è anche una dottrina molto “in voga”, che presenta Dio con un carattere predominante, l’amore. Questa dottrina detta universalista sostiene che Dio, non potrà condannare gli uomini ma nel suo infinito amore, finirà per perdonare tutti.
Attenzione al falso concetto dell’amore di Dio, un amore compiacente, permissivo, privo di ira e tollerante ma la scrittura non presenta questo modello.
Il concetto del Dio che si adira è spesso collegato al passato quasi che fosse un attributo del Dio del Vecchio Testamento. Oggi però i tempi sono cambiati ed è cambiato anche Dio. Molti predicatori si guardano bene da far menzione della sua ira volendo presentare un messaggio appetibile.
Vorrei proporre i seguenti questi:
Possiamo misurare forse la gloria di Dio?
Sondare le sofferenze della croce?
Dare le dimensioni del suo amore?
Quanto è grande l’amore di Dio?
E’ più o meno grande della sua ira?
A volte questo suo attributo viene tenuto in sordina quasi fosse un carattere “minoritario”.
Dio è perfetto in ogni suo aspetto.