Il grande interrogativo di tutte le epoche continua ad essere: “Se l'uomo muore, vivrà egli di nuovo?”. Sappiamo che l'uomo deve morire. “Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola” Ebrei 9:27. Questa è un'affermazione che nessuno discute. Presto o tardi, tutti finiscono al cimitero dove tutte le opere umane hanno fine.
Tutto in questo mondo sembra migliorare, ad eccezione dell'uomo. Dall'inizio dei tempi è rimasto immutato. Ruba, uccide, mente, froda e prevarica. I servizi giornalistici ci tengono ben informati in proposito.
Ma il problema è: “vivrà l'uomo di nuovo?”.
Alcuni dicono che l'uomo è fatto che di ossa, carne e sangue. Dicono che quando si muore non avviene nulla, non si va in nessun luogo. La polvere alla polvere, la cenere alla cenere, ma il nostro versetto prosegue affermando: “dopo di che viene il giudizio”.
La diversa condizione dell’uomo rispetto agli altri esseri viventi trova la sua derivazione dal fatto che invece di essere “prodotto” dalla terra, dall’acqua o soltanto dalla Parola di Dio, come essere vivente l’uomo è stato formato e modellato dalla polvere e Dio lo ha posto in relazione diretta e immediata con Lui, in quanto nel momento in cui è diventato un essere vivente Dio ha soffiato nelle sue narici un alito di vita e questo è detto solo dell'uomo, Dio non ha “soffiato” nelle narici di nessun altro essere vivente nel momento in cui ha preso vita.
“Quel che rende intelligente l'uomo è lo spirito, è il soffio dell'Onnipotente” Giobbe 32:8.
Consideriamo lo spirito come la parte più elevata dell’essere umano, perché è in grado di ricevere le comunicazioni divine e tornerà a Dio che lo ha dato. In che modo?
“...quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio” Giovanni 5:29.