Tu, Dio, non disprezzi un cuore abbattuto e umiliato.
Salmo 51:17
Tu solo conosci il cuore di
tutti i figli degli uomini.
1 Re 8:39
Apprezzamento divino
Luca 18:9-14
Per spiegare l’importanza della valutazione che facciamo di noi stessi, il
Signore fa l’esempio di due uomini che vengono a pregare nel tempio. Uno è un
personaggio religioso che pensa di essere un giusto, l’altro è un uomo
disprezzato a causa della sua funzione nella società, quella di esattore delle
tasse per conto dei conquistatori romani. Il primo prega così: “O Dio, ti
ringrazio che io non sono come gli altri uomini”. L’orgoglio ci isola dai
nostri simili, ma soprattutto ci allontana da Dio che dice: “Io odio la
superbia, l’arroganza, la via del male e la bocca perversa” (Proverbi 8:13).
Il secondo ha un atteggiamento molto diverso. Cosciente dei propri peccati,
non osa nemmeno avvicinarsi al tempio. La sua cattiva coscienza non gli
permette di alzare gli occhi verso Dio, ma egli sa che Dio è misericordioso; e
prega così: “O Dio, abbi pietà di me, peccatore!” Di lui, Gesù dice: “Questo
tornò a casa sua giustificato, piuttosto che quello” (l’uomo religioso soddisfatto di se stesso). Poi aggiunge: “Chiunque
s’innalza sarà abbassato; ma chi si abbassa sarà innalzato”.
Dio non è cambiato. “Dio resiste
ai superbi e dà grazia agli umili” (Giacomo 4:6). Oggi, chi si umilia
davanti a Lui, gli confessa i propri peccati e crede fermamente che Gesù Cristo
è morto per espiarli, riceve per grazia il Suo perdono e la promessa della vita
eterna.