“Io sono l'Alfa e l'Omega, il principio e la fine”, dice il Signore “che è, che era e che ha da venire, l'Onnipotente” (Apocalisse 1:8)
Questo versetto, benché corto, è straordinario perché descrive qualcosa che richiama la nostra attenzione, ci porta alla lode e ci riempie di adorazione. Queste cose sono menzionate per descrivere alcune delle glorie di Colui che ha catturato i nostri cuori e li ha guadagnati a Dio: Gesù, il nostro Signore. Che Nome prezioso nel quale è contenuta quella grazia che Lo fa scendere e camminare in questo cammino di infinita perfezione! Egli è interamente sottomesso alla volontà di Dio ed agisce in pieno accordo con essa. Nel Suo cammino di devozione al Padre, il Signore ha portato agli uomini benedizione su benedizione.
“L’Alfa e l’Omega”, la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco ci parlano di quello che è scritto della rivelazione divina. Questa espressione distende davanti a noi la gloria del Signore che è la Parola, il Verbo. Nel principio “la Parola era con Dio”, una persona distinta, e “la Parola era Dio” (Giovanni 1:1). Era dunque qualificato per esprimere tutti i pensieri di Dio.
È per mezzo del Signore Gesù che Dio è stato rivelato in tutta la Sua natura: luce e amore. Anche la vita eterna, nella quale sono introdotti i credenti ed il cui tratto distintivo è “che era presso il Padre” ci è stata manifestata (1 Giovanni 1:2). Tutte queste benedizioni sono state portate e rivelate all’uomo per mezzo di Gesù.
Se noi consideriamo la santità di Dio che esige l’eliminazione, attraverso il giudizio, di tutto quello che è a Lui contrario, constatiamo che questa trova ugualmente la sua manifestazione nell’Alfa e l’Omega. Che Dio si esprima in grazia o in giudizio è in Gesù che lo fa, Lui che è la Parola eterna, l’Alfa e l’Omega, la prima e l’ultima parola che ha da dire.
In Lui i piani di Dio trovano la loro origine e la loro realizzazione finale, completa e definitiva.
“Il principio e la fine”. Questa espressione suggerisce il pensiero dell’attività, del lavoro. L’opera della creazione è attribuita al Figlio. L’universo è apparso per la parola della Sua potenza. Noi leggiamo: “poiché in lui sono state create tutte le cose, quelle che sono nei cieli e quelle che sono sulla terra, le cose visibili e quelle invisibili: troni, signorie, principati e potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” (Colossesi 1.16).
Egli è “il principio”, l’autore di tutto quello che è stato creato. La creazione dell’uomo è stata il risultato di una decisione divina. Dio, Eloim, (Padre, Figlio, Spirito Santo) vi ha partecipato la trinità tutta insieme, ma l’atto della creazione del mondo è attribuito al Figlio. Egli è “il principio e la fine”. È l’oggetto per il quale tutto è stato creato. Sarà onorato, in tutto l’universo fino ai limiti di questa creazione.
Quanto alla nuova creazione, il Figlio, è il principio in quanto è “il primogenito dai morti” ed è la fine in vista del fatto che “in ogni cosa abbia il primato” (Colossesi 1.18).
“Il primo e l’ultimo”. L’opera di Dio, la parola di Dio si è realizzata in Lui, ma noi arriviamo qui a quello che Lo eleva in tutta la gloria e la maestà del Suo essere. Egli è il grande “IO SONO” (Esodo 3:14). Quello che è per natura nella Sua persona ci viene trasmesso in questa espressione: “il primo e l’ultimo”. Colui che ha rivestito l’umile apparenza di uomo, Colui nel quale e per il quale Dio ha agito e parlato, è stato attaccato da Satana che ha cercato di abbassarLo al livello di una creatura considerandoLo come tale. Ma questo era impossibile: egli è “il Cristo, che è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno” (Romani 9:59). È l’Onnipotente che esiste da Se stesso, il solo che può dire: “Io vivo in eterno” (Deuteronomio 32:40).
Allora davanti a Lui, il Figlio di Dio, con gli occhi aperti, noi crediamo e ci prostriamo ai Suoi piedi adorandoLo.