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sabato 14 gennaio 2023

Ma i morti riposano veramente in pace?

“C'era un uomo ricco, che si vestiva di porpora e di bisso, e ogni giorno si divertiva splendidamente e c'era un mendicante, chiamato Lazzaro, che stava alla porta di lui, pieno di ulceri” Luca 16:19-20.

Questa scena è impressionante e richiede la massima attenzione di tutti.

Due uomini stanno davanti a noi: uno ricco e uno povero. Il ricco non ci è presentato come un cattivo, un criminale o un essere immorale. No, ma semplicemente come qualcuno a cui la fortuna ha arriso e che possiede tutto quello che apparentemente può render l'uomo felice: le ricchezze e gli onori. La sua tavola, probabilmente, era imbandita con le vivande più squisite e i vini più pregiati portavano allegria, ma un giorno è venuta ad bussare alla sua porta una messaggera indiscreta e nessuno ha potuto respingerla. La mano della morte ha afferrato la sua preda e l'ha trasportata in un luogo da dove nessuno può più riprenderla. 

“...morì anche il ricco, e fu sepolto”, pochi metri di terra copriranno quel corpo che alcuni giorni prima non trovava niente di abbastanza bello da indossare, ne abbastanza buono da mangiare. Le cose belle a cui il suo cuore era così attaccato, le ha dovute lasciare. La sua vita non è stata che “un vapore che appare per un istante e poi svanisce” Giac. 4:14. Una grande folla si sarà raccolta per dare un ultimo saluto. Se fosse avvenuto nei tempi odierni anche sulla sua tomba ci sarebbe stata incisa quella frase così comune ad ogni lapide: Riposa in pace. 

Ma i morti riposano veramente in pace?

Piacerebbe ad ogni uomo che tutti i defunti riposassero in pace, ma l'episodio di Lazzaro mostra come alcuni morti non siano per niente nella pace, ma si trovino invece nella sofferenza e nel dolore!  

“E nell'Ades, essendo nei tormenti...” (v. 23). Il ricco alzò gli occhi. Ora capisce, ma troppo tardi, la sua follia. Allora per la prima volta esclama: “abbi pietà di me”, ma ora non è più il tempo della pietà ma del giudizio.

Si, l'Inferno è una destinazione scelta direttamente e unicamente dall'uomo, e se chiedessi a voi: Se doveste affrontare l'eternità in questo istante, quale sarebbe la vostra destinazione? Il riposo o il tormento? Riposerei veramente in pace? E credetemi, sarebbe una delle domande più intelligenti che la nostra mente possa mai concepire!

Ecco perché quello che possiamo fare mentre siamo in vita è cercare il Signore e riceverLo nel nostro cuore. 

" Ecco, ora è il tempo accettevole, ecco ora il giorno della salvezza" 2 Corinzi 6:2.

Sarà questa la sola ed unica garanzia alla nostra pace eterna e del nostro eterno riposo.

E se lo abbiamo fatto, ricordiamoci che vi è una generazione da salvare, da avvertire, una generazione da strappare dalla morte spirituale ed all'eterno tormento.