“Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra” Matteo 2:11.
Osservate i primi adoratori cristiani. Cercarono Cristo, lo trovarono e si inginocchiarono in sua presenza. Gli offrirono dei doni in segno di riconoscenza: oro per un re, incenso per un sacerdote e mirra per la sua sepoltura.
Trovarono il Signore perché tennero conto del segno e credettero alla Scrittura.
Notoriamente assenti alla mangiatoia furono gli studiosi della Torah. Riportarono a Erode che il Messia sarebbe nato a Betlemme. Avevano letto la profezia? Sì, ma non reagirono ad essa, rimase per loro come una lettera morta. Pensereste che, come minimo, avrebbero accompagnato i magi a Betlemme. Il villaggio era abbastanza vicino. Lo sforzo richiesto era minimo. Nella peggiore delle ipotesi si sarebbero sgranchiti un po' le gambe e nella migliore avrebbero visto il compimento della profezia. Ma i sacerdoti non mostrarono interesse, a loro bastava la forma. I magi invece seguirono le indicazioni della Scrittura e videro. Quelli uomini non furono più gli stessi. Dopo aver adorato, “tornarono per un altra via” (v.12).
Matteo usa la parola via in altri passaggi per suggerire una direzione di vita. Parla della “via stretta” (7:13-14) e della “via della giustizia” (21:32). Ci sta dicendo che tornarono a casa come uomini diversi. Se si crede alla Parola di Dio e si incontra Cristo non si può più essere gli stessi uomini.
Chiamati da un segno. Istruiti dalla Scrittura e diretti a casa da Dio, è come se tutte le forze del cielo avessero cooperato per guidare questi uomini.