Il suo padrone gli disse: “Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”.
Matteo 25:21
Se uno compie un servizio, lo faccia come si
compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa
sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo.
1 Pietro 4:11
Padroni, servi e talenti
Alcune parabole: 7. Matteo
25:14-30
Riassunto. Prima di lasciare il suo paese, un uomo chiama tre servi e
affida loro i suoi beni, secondo le loro competenze. Al primo dà una forte
somma di denaro, cinque talenti, al secondo due e al terzo uno. I primi due
fanno fruttare i beni del padrone e ne duplicano il valore. Ma il terzo
sotterra il talento. Quando il padrone ritorna, i primi due ricevono la stessa
ricompensa, mentre il terzo è severamente rimproverato e poi scacciato.
Significato. L’uomo che lascia il paese raffigura Cristo, che adesso è in
cielo. Egli dà agli uomini dei “doni”, raffigurati dai talenti, a ciascuno
secondo le sue capacità. Il ritorno del padrone rappresenta il ritorno del
Signore.
Insegnamento. In che modo ci comportiamo nei confronti del Signore? Se
lo conosciamo realmente lo serviremo con
zelo, contando sulla Sua grazia e correndo anche qualche rischio; ma se non lo
conosciamo o non abbiamo una vera relazione di fede con Lui, non lo possiamo
servire. Nel primo caso ci sono dei risultati e delle ricompense; nel secondo
c’è la sterilità e la punizione.
Lavorare per il Signore è un
privilegio. Mettere al Suo servizio
la nostra salute, la nostra memoria, l’intelligenza, il tempo libero, i beni
materiali, è un favore che è accordato ai credenti. Vogliamo assomigliare al
servo “malvagio e fannullone”, trascurando i doni del nostro “Padrone”? Che
cosa gli daremo quando tornerà? Potrà dirci: “Entra nella gioia del tuo
Signore”?