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venerdì 14 aprile 2023

Vegliate sempre

“La superbia precede la rovina, e lo spirito altero precede la caduta.” Proverbi 16:18.

Davide si trova esattamente lì. Non è mai stato più in alto. L'onda del suo successo raggiunge l'apice con i cinquantanni. Israele si sta espandendo. Il paese sta prosperando. In due decenni sul trono si è distinto come guerriero, musicista, statista e re. Il suo regno è solido e la nazione è in continua espansione territoriale. Nessuna sconfitta sul campo di battaglia, nessuna pecca nella sua amministrazione. Amato dal popolo. Servito dai soldati. Seguito dalle folle. Davide è al culmine del suo prestigio.

Un bel contrasto con il ragazzo che abbiamo incontrato nella valle dei terebinti mentre, inginocchiato presso un torrente, si sceglieva cinque pietre lisce. L'ultimo dei suoi fratelli, il più piccolo. Tutti lo sovrastavano. Per non parlare di Golia che stava per affrontare. Non era mai stato più in basso, eppure non era mai stato così forte.

Tre decenni sono passati è la sua posizione è invertita.

Non è mai stato così in alto, eppure non è mai stato così debole e così vulnerabile.

Ha raggiunto il punto più alto della sua vita, la posizione più alta del suo regno, il posto più alto della sua città: la terrazza che sovrasta Gerusalemme.

Dovrebbe essere con i suoi uomini, in battaglia, a cavallo lanciato contro il nemico. Ma è lì. 

E' sulla terrazza.

“L'anno seguente, nella stagione in cui i re cominciano le guerre, Davide mandò Ioab con la sua gente e con tutto Israele a devastare il paese dei figli di Ammon e ad assediare Rabba; ma Davide rimase a Gerusalemme. Una sera Davide, alzatosi dal suo letto, si mise a passeggiare sulla terrazza del palazzo reale; dalla terrazza vide una donna che faceva il bagno. La donna era bellissima.” 2 Samuele 11:1-2.

Cosa gli è successo? Perché indugia così a lungo nel posare lo sguardo su ciò che non avrebbe dovuto guardare?

“Davide mandò a chiedere chi fosse la donna. Gli dissero: È Bat-Sceba, figlia di Eliam, moglie di Uria, l'Ittita” v.3.

Il servitore aggiunge all'informazione un avvertimento. Non fornisce solo il nome, ma anche il suo stato civile e il nome del marito. 

Perché dirlo a Davide se non per metterlo in guardia.

Certo, Davide non potrà dire: “No lo lo sapevo” o “non ne ero a conoscenza”.

E' incapace di cogliere gli avvertimenti che Dio gli fa giungere tramite questo servitore.

Le nostre cadute sono solo frutto della nostra disubbidienza e dell'aver trascurato volutamente la Parola di Dio.

Non cerchiamo scusanti o altre responsabilità. Sarà sufficiente guardare dentro il nostro cuore.

“Salmo di Davide, quando il profeta Natan venne da lui, dopo che Davide era stato da Bat-Sceba...Ho peccato contro te, contro te solo, ho fatto ciò ch'è male agli occhi tuoi. Perciò sei giusto quando parli” Salmo 51:1-4.