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lunedì 3 aprile 2023

Benedizioni del Regno

“Gesù, veduta la loro fede, disse al paralitico: Figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati...io ti dico, disse al paralitico, alzati, prendi il tuo lettuccio, e vattene a casa tua” Marco 2:5-11.


Marco racconta la toccante storia del paralitico che fu sia guarito che perdonato. Era stato portato da quattro amici, ma la folla era tanta che fu impossibile avvicinarsi al Signore Gesù; perciò gli amici salirono sul tetto a terrazza e fecero un buco attraverso il quale calarono il lettuccio con il paralitico. Sorprendendo tutti, invece di dichiararlo guarito, il Signore lo dichiarò perdonato, perché guarigione e perdono sono due benedizioni “gemelle” del regno messianico. Il suo popolo avendolo rifiutato ha rinunciato a  benedizioni inimmaginabili. Questo si potrà ancora realizzare nel futuro durante il regno di Cristo che avrà luogo dopo la grande tribolazione.

“Perciò, così parla il Signore, DIO: Ecco, i miei servi mangeranno, ma voi avrete fame; ecco, i miei servi berranno, ma voi avrete sete; ecco, i miei servi gioiranno, ma voi sarete delusi; ecco, i miei servi canteranno per la gioia del loro cuore, ma voi griderete per l'angoscia del cuor vostro e urlerete perché avrete lo spirito affranto” Isaia 65:13.

La contrapposizione fra il destino dei veri credenti e quello dei non credenti affiora qui. Vi è fra queste due categorie di persone la medesima differenza che vi è fra l'abbondanza di cibo e la fame, abbondanza d'acqua e la sete, gioia e angoscia, canto e pianto. Cantare significa divenire partecipi di un beneficio offerto e, per contrasto, coloro che rifiuteranno il Signore si condanneranno da soli all'angoscia. In quel giorno, quando la giustizia regnerà, i suoi si appelleranno al Dio di verità (v.16).

“Poiché, ecco, io creo nuovi cieli e una nuova terra; non ci si ricorderà più delle cose di prima; esse non torneranno più in memoria. Gioite, sì, esultate in eterno per quanto io sto per creare; poiché, ecco, io creo Gerusalemme per il gaudio, e il suo popolo per la gioia” V.17.

Ciò che Dio aveva creato all'origine sarà rinnovato alla fine ma in un ordine nuovo dove le conseguenze del peccato dell'uomo perdono i loro effetti. Nel vecchio ordine la morte aveva sradicato la vita in questo le posizioni si sono invertite ma in “Gerusalemme”, vale a dire nel luogo dove il Signore regna ed è creduto. Questo non vuole dire che la morte non sarà più presente durante questo regno ma che ad essa non sarà più permesso di passare indistintamente su tutti. Durante questo regno ci sarà un cambiamento morale radicale, un ordine di cose totalmente nuovo tanto che si può leggere: “non ci sarà più, in avvenire, bimbo nato per pochi giorni, né vecchio che non compia il numero dei suoi anni; chi morirà a cent'anni morirà giovane e il peccatore sarà colpito dalla maledizione a cent'anni. Essi costruiranno case e le abiteranno; pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto. Non costruiranno più perché un altro abiti, non pianteranno più perché un altro mangi; poiché i giorni del mio popolo saranno come i giorni degli alberi; i miei eletti godranno a lungo l'opera delle loro mani” ver. 20-22.

Il perdono dei peccati per coloro che hanno riposto la loro speranza nel Signore Gesù sarà accompagnato da assenza di malattie e una lunga vita prospera. In quel tempo il Signore Gesù regnerà in Gerusalemme, vi sarà stabilità e giustizia. Non si udranno più voci di pianto ne grida d'angoscia. La mortalità infantile e le morti premature saranno sradicate. La morte che sopraggiungerà a cent'anni sarà considerata precoce e i giorni del suo popolo saranno come i giorni degli alberi e ciò sta a indicare longevità, stabilità e collocazione sicura.