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venerdì 14 aprile 2023

14 aprile - “Più presso a te, Signor” (2/2)

Io ho invocato il tuo nome, o Signore, dal fondo della fossa; tu hai udito la mia voce;… nel giorno che io ti ho invocato ti sei avvicinato; tu hai detto: “Non temere!”

Lamentazioni di Geremia 3:55-57

 

“Più presso a te, Signor” (2)

 

14 Aprile 1912. Durante la sua traversata inaugurale dell’Atlantico, il lussuoso transatlantico britannico “Titanic” entrò in collisione con un grande iceberg. Era considerato inaffondabile, eppure s’inabissò in meno di tre ore! Dei 2200 passeggeri, soltanto 700 sopravvissero. In mezzo al terrore dell’equipaggio in cerca di soluzioni e al panico dei passeggeri alla ricerca di scialuppe di salvataggio disponibili, il comportamento coraggioso e nobile degli otto musicisti dell’orchestra di bordo è rimasto fortemente impresso nella mente dei sopravvissuti. Sotto la direzione del loro maestro, Wallace Hartley, hanno continuato a suonare, smettendo solo quando il movimento della nave che s’inabissava fra i flutti non ha più consentito loro di rimanere in piedi. Gli otto musicisti sono periti nell’affondamento. L’ultimo pezzo di musica suonato era proprio l’inno del foglietto di ieri, ben conosciuto nel mondo inglese: “Nearer, my God, to Thee” (Più presso a te, Signore).

Il maestro, un cristiano convinto, il cui corpo è stato ritrovato, avrebbe detto che se un giorno si fosse trovato su una nave in pericolo, avrebbe suonato questo cantico. Aveva anche espresso il desiderio che lo stesso inno fosse cantato al suo funerale; e così avvenne, alla presenza di una folla immensa. Wallace Hartley, eseguendo l’aria di questo noto cantico, intendeva portare un ultimo incoraggiamento ai passeggeri in pericolo, invitandoli a volgersi a Dio nella loro angoscia. Per chi credeva, era il ricordo della promessa del Signore di rimanere accanto a loro fino alla fine; e per quelli che avevano ignorato Dio fino a quel momento, era un invito urgente a tendere la mano verso il Signore per essere salvati.