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martedì 18 aprile 2023

Dio vuole benedire (1/2)

Dio, è un Dio che si compiace di benedire!

Quando ha creato l’uomo, è detto che “li benedisse”.  Nelle prime pagine del libro della Genesi troviamo spesso il verbo “benedire” riguardo agli esseri viventi: Dio benedisse i pesci e gli uccelli facendoli moltiplicare grandemente; benedisse l’uomo e benedisse anche il settimo giorno, il giorno del riposo di Dio (1:22, 28, 2:3). Subito dopo il diluvio Dio benedisse Noè e i suoi figli affinché moltiplicassero e riempissero la terra (9:1).

Quando Dio chiama Abramo, dicendogli di lasciare il suo paese e i suoi familiari, gli fa una promessa: “Io farò di te una grande nazione, ti benedirò e renderò grande il tuo nome e tu sarai fonte di benedizione… e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (12:2). Lui stesso diventerà una benedizione per la sua discendenza, la famiglia della fede, infatti leggiamo “affinché la benedizione di Abramo venisse sugli stranieri in Cristo Gesù” per mezzo della fede (Galati 3:14).

Dopo il sacrificio del figlio Isacco, Dio conferma ad Abramo la Sua promessa ripetendo: “Io ti colmerò di benedizioni… tutte le nazioni della terra saranno benedette nella tua discendenza” (Genesi 22:17,18).

Nel libro dei Numeri, al capitolo 23, nell’episodio di Balac, re di Moab, che aveva assoldato il profeta Balaam per maledire il popolo di Dio, al versetto 20 leggiamo che quest’ultimo, è costretto a dire: “Ecco, ho ricevuto l’ordine di benedire; Egli ha benedetto; io non posso contraddire”, e, per ben tre volte, non può far altro che esprimere una benedizione perché Dio gli ha impedito di pronunciare una maledizione.

Nell’ultimo libro del Vecchio Testamento, il libro di Malachia, Dio invita il suo popolo, che si era sviato, a ritornare a Lui, e dice: “Mettetemi alla prova … e vedrete se io non vi aprirò le cateratte  del cielo e riverserò su di voi tanta benedizione che non vi sia più dove riporla” (3:10). 

 E che dire della vita del Signore Gesù sulla terra? Si può riassumere in poche parole: “E’ andato dappertutto facendo il bene” (Atti 10:38), ma l’uomo lo ha rifiutato. 

 L’ultimo atto del Signore Gesù, prima di ascendere al cielo, è stato quello di benedire i suoi discepoli: “Alzate in alto le mani, li benedisse. Mentre li benediceva si staccò da loro e fu portato su nel cielo” (Luca 24:50-51).

Nel libro degli Atti, dopo aver guarito uno zoppo, l’apostolo Pietro parla al popolo e termina il suo discorso con queste parole: “A voi per primi Dio, avendo suscitato il suo Servo Gesù, lo ha mandato per benedirvi…” (Atti 3:26).

L’apostolo Paolo scrive così agli Efesini: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo.”

Nelle ultime pagine dell’Apocalisse, nella descrizione della nuova Gerusalemme è detto che non ci sarà più nulla di maledetto in essa; quindi per contrapposizione possiamo affermare che ci sarà solo benedizione (22:3).

E questi sono solo alcuni esempi, ma ci permettono di dire che dall’inizio alla fine della Bibbia, il pensiero di Dio è sempre stato quello di fare del bene, di benedire. 

Ciò è dimostrato anche dal fatto che quando, nell’Antico Testamento, Dio parla di maledizioni e benedizioni, le benedizioni sono sempre elencate per prime, a sottolineare la bontà di Dio e che la sua priorità è di benedire (Deuteronomio 11:26-29, Levitico 26, Deuteronomio 28 e Giosuè 8:34).

Dio desidera il bene della Sua creatura, ma talvolta, a causa della caparbietà dell’uomo, della sua disubbidienza, delle sue trasgressioni, è “costretto a disciplinare”, a esercitare il giudizio governamentale, una cosa che è definita “l’opera sua singolare, per compiere il suo lavoro, lavoro inaudito” (Isaia 28:21), una cosa che fa con dispiacere “poiché non è volentieri che Egli affligge i figli dell’uomo” (Lamentazioni 3:33).  

Infatti, prima di esercitare questa disciplina avverte, richiama, esorta, riprende, e poi, se non c’è alcun cambiamento, nessun pentimento, agisce.


(segue e termina domani)