Colui che ha fatto l’orecchio forse non ode? Colui che ha formato l’occhio forse non vede?... Il SIGNORE conosce i pensieri dell’uomo.
Salmo
94:9, 11
Ma Dio ha ascoltato, è stato
attento alla voce della mia preghiera. Benedetto sia Dio che non ha respinto la
mia preghiera e non mi ha negato la sua grazia.
Salmo
66:19-20
La
preghiera: ciò che è, ciò che non è
La vera preghiera non è la
recitazione di formule imparate a memoria; e non è dal numero delle preghiere
che si acquisisce qualche merito davanti a Dio.
La preghiera non è nemmeno un
sistema per riuscire a colpo sicuro negli esami o negli affari, o per
garantirsi contro i rischi.
La preghiera non è una specie di
“fuga” dalla realtà riservata ai deboli che cercano di evadere dai problemi, o
a quelli che non sanno assumersi le proprie responsabilità. Non deve essere
nemmeno l’ultima risorsa quando tutte le altre sono esaurite, né l’ultimo
strumento di cui servirsi in caso di gravi difficoltà.
No, niente di tutto questo. La
preghiera è una conversazione fra l’essere umano e il suo Creatore. È parlare a Dio con la semplicità di un bambino che parla a suo padre;
è parlare al Signore Gesù, il Figlio di Dio, che è venuto a condividere la
nostra condizione umana. A Lui possiamo confidare le nostre preoccupazioni, le
pene, le gioie, i progetti, con la certezza che Egli ascolta, e che risponderà
concedendo ciò che è bene per noi. È Lui che dobbiamo ringraziare. Se Dio parla
a noi per mezzo della Sua Parola, la Bibbia, vuole che anche noi parliamo a Lui
per mezzo della preghiera. Facciamolo con spontaneità, con parole semplici e un
cuore sincero e fiducioso. “Dio è amore” (1 Giovanni 4:8), e il fatto che ci
ascolti ne è la prova.
La preghiera è stata definita “il respiro dell’anima”.
Pregare, ha detto qualcuno, è avere degli interessi in comune con il cielo!