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venerdì 19 maggio 2023

Incoerenze

La chiesa di Corinto viveva una situazione di grande ambiguità.

Questa ambiguità deve essere oggetto di una riflessione attenta per i credenti del tempo attuale.

Dobbiamo fare anche una riflessione. Oggi le chiese si preoccupano molto di attività sociali verso gli altri. Cose buone e lodevoli, ma non credo che ci sia la stessa preoccupazione per lo stato spirituale dei suoi componenti.

La chiesa di Corinto viveva immersa nelle sue molte incoerenze.

“Non sapete che i santi giudicheranno il mondo? Se dunque il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicare delle cose minime? Non sapete che giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare le cose di questa vita!” 1 Cor.6:2-3.

Dalla domanda di apertura traspare il senso di sorpresa difronte al fatto che un fratello ne chiami un altro in giudizio davanti agli ingiusti. Paolo considera un segno di incoerenza, da parte di coloro che conoscono la vera giustizia, recarsi dinanzi a persone non contraddistinte dalla giustizia. Riuscite ad immaginare dei credenti che cercano giustizia da chi non è in grado di offrirla?

Una seconda evidente contraddizione è data dal fatto che coloro che un giorno dovranno giudicare il mondo non sono in grado di giudicare questioni banali che sorgono fra loro.

Paolo rammenta ai corinzi che giudicheranno gli angeli. Quando Cristo regnerà e in virtù della nostra unione con Lui che la Scrittura può affermare questo.

E' possibile che in un assemblea che si vanta della propria sapienza e della ricca elargizione di doni dei suoi membri, non vi sia neppure una persona saggia in grado di risolvere delle questioni del genere?

Poi: “vi radunate non per il meglio, ma per il peggio” 1 Cor. 11:17. Quando si riunivano per gli incontri pubblici, quei credenti si radunavano non per il meglio, ma per il peggio. Per noi è un solenne monito riguardo alla possibilità che gli incontri della chiesa arrechino più danno che benedizioni. Pensate all'assurdità di tale condotta. Purtroppo, l'incoerenza è una malattia che tocca ogni cristiano. Dio, invece, desidera che nella Sua “casa” vi sia gioia ed edificazione. “Non ho gioia più grande di questa: sapere che i miei figli camminano nella verità” 3 Gio. 4. 

Paolo poi continua: “Poiché, prima di tutto, sento che quando vi riunite in assemblea ci sono divisioni tra voi” ver.18. Fra i motivi di rimprovero c'è anche questo: l'esistenza di divisioni. Vuole dire che all'interno della chiesa si erano formate delle “fazioni”. Paolo non stentava a credere che la chiesa si stesse così frazionando al suo interno. In questa situazione non potevano realizzare la benedizione della presenza del Signore, perché si era perso il senso della santità di Dio. Mancanza di discernimento, incoerenza, rivalità. Come poteva il Signore essere presente in queste condizioni? 

Si dava largo spazio non al frutto dello Spirito, ma alle opere della carne. “Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni” Galati 5:19-20.

Com'è possibile proclamare la nostra unità in Cristo se sono presenti questi problemi nelle nostre chiese?

“Che vi dirò? Devo lodarvi? In questo non vi lodo” ver. 22. Noi non ci raduniamo per celebrare un rito. Non cerchiamo l'apparenza ma la realtà delle benedizioni divine e per questo dobbiamo essere ben desti e vigili nello Spirito.