“Quale sarebbe per lei la peggior disgrazia?”
La discesa della tua squadra del cuore in una serie inferiore?
Un disastro finanziario?
La perdita del lavoro?
Un cancro?
Dover trascorrere il resto della vita su una sedia a rotelle?
Rifletti, che cosa risponderesti se un giornalista del TG1 ti rivolgesse questa domanda?
Recentemente, il figlio di un celebre editore dovette rispondere a questo quesito per una rivista di grande tiratura. Alle domande circa i suoi passatempi, i suoi punti forti e le sue debolezze, aveva risposto con umorismo, allegrezza e a volte con un po’ di sarcasmo.
Ma la sua risposta a questa domanda fu inaspettata, breve e sconcertante, perché disse: Che Dio esista davvero.
Evidentemente, questo giovane era ben cosciente del fatto che se Dio esisteva realmente, alla fine gli avrebbe chiesto conto della sua vita; e la sua vita fino a quel momento era stata un disastro. Era piena di eccessi, ricca di errori di eventi da cancellare di volti da dimenticare, di situazioni da non rivivere.
Questo perché, l’esistenza o la non esistenza di Dio, ha spesso conseguenze rivoluzionarie per quanto riguarda il nostro modo di vivere e le nostre azioni.
La nostra vita però, non è come una traccia sonora che si può cancellare quando la prima registrazione viene male, bensì è simile a una clessidra, la cui sabbia scorre lenta e silenziosa, ma senza alcuna possibilità di trattenerla.
L'essere umano dispone soltanto di una vita, della quale, dopo la sua morte, dovrà rendere conto davanti a Dio.