“Nell'ultimo giorno, il giorno più solenne della festa, Gesù stando in piedi esclamò: Se qualcuno ha sete, venga a me e beva” Giov. 7:37.
C'era a Gerusalemme la festa dei giudei, la festa delle capanne, celebrata conformemente alla legge di Mosè, ma da un popolo che ormai onorava Dio soltanto con le labbra e si accontentava delle forme esteriori del culto. Si stava celebrando la festa di cui era stato detto: “E ti darai interamente alla gioia” Deut. 16:15. E il Signore, salito a questa festa in segreto, perché non ricercava la sua gloria, l'ultimo giorno, il gran giorno della festa, quando la gioia avrebbe dovuto raggiungere il suo punto culminante, alza la voce e grida.
Grida, come se non si potesse più contenere. Grida perché nonostante tutta quella esteriorità non era possibile trovare della vera gioia in quella grande festa religiosa. In essa non vi era nessun ristoro per le anime assetate.
Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Il tempo delle cerimonie e delle feste, istituite un tempo da Dio era terminato. Lo stato morale degli uomini era tale per cui essi non potevano in nessun modo rallegrarsi alla presenza del Dio santo, e i Giudei ancor meno degli altri, poiché la loro storia dimostrava che più un popolo è colmato dei favori divini, più si ribella al donatore.
E' al Signore Gesù che bisogna venire per trovare la vita. Lui solo disseta l'anima con l'acqua della vita eterna.
E' così ancora oggi. Le feste di questo mondo, anche le più belle feste religiose, vi lasceranno tutte il cuore vuoto. Soltanto l'amore di Dio lo può soddisfare, amore manifestato in Gesù Cristo. Venite a Lui, credete in Lui, voi che avete sete di pace e di felicità; Egli dona gratuitamente. Perché rimanere turbati, inquieti, assetati, in questo mondo arido, quando l'acqua viva è lì che vi attende e il Signore vi chiama e grida?