“Gesù rispose loro: Non sono i sani che hanno bisogno del medico, bensì i malati. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento” Luca 5:31-32.
La fede cristiana è a disposizione di coloro che sanno di non essere invincibili, che sono coscienti che nella loro vita c’è una grave frattura. Gesù sapeva molto bene che, da un punto di vista morale, nessun essere umano è in buona salute, ma la maggior parte di noi non vuole ammettere la propria “infermità”, anche se è evidente agli occhi di tutti; se facciamo così, condanniamo noi stessi a trascorrere il resto della nostra vita “zoppicando”. Le “stampelle” di fortuna come: educazione, pratiche religiose, buone opere e cultura, non ci porteranno mai alla guarigione. Ma ecco che Dio ci offre la guarigione, non una stampella, una vita nuova non qualche cerotto.
Il Vangelo (che significa buona notizia) ci insegna che Dio in persona è intervenuto, in Gesù Cristo, per condurci a nuova vita. Contrariamente ad ogni logica umana, Gesù Cristo ha fatto questo morendo per noi! I nostri peccati avevano eretto un muro insormontabile fra noi e Dio, ma Lui l’ha abbattuto. Con i nostri sforzi era impossibile giungere a Dio.
Per quanto intelligente sia, l’essere umano è racchiuso nei limiti di ciò che egli è. Come l’insetto che urta contro il vetro e si esaurisce, senza risultato, nei suoi sforzi verso la luce.
Ma è dal di fuori, da quel di fuori inaccessibile, che la luce è venuta a noi. E' Dio che ha raggiunto l'uomo e si è fatto conoscere. E' Lui che lo libera dagli ostacoli del passato, dalla schiavitù del peccato e dal timore della morte. Lo rende capace di vivere, in una certa misura, come Cristo è vissuto, in relazione con Lui e per il bene degli altri.