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lunedì 16 maggio 2022

L’esatta valutazione di Dio sul nostro stato

Nella Bibbia ci sono diversi passi che descrivono la vera condizione dell’essere umano. Per esempio: “Non c’è nessun giusto, neppure uno. Non c’è nessuno che capisca, non c’è nessuno che cerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti si sono corrotti… Non conoscono la via della pace. Non c’è timor di Dio davanti ai loro occhi”(Romani 3:10-18). Questo giudizio che Dio fa, assolutamente esatto perché Lui non sbaglia, smonta ogni teoria umana che pretende che l’uomo sia fondamentalmente buono e che un giorno la pace e la giustizia trionferanno nel mondo. No, la situazione è invece molto grave, tanto più che a causa di questo stato, “tutto il mondo” è “colpevole di fronte a Dio”(Id. v. 20).

Nel capitolo 2 della Lettera agli Efesini, l’apostolo Paolo scrive che nei confronti di Dio siamo dei morti, “morti nelle colpe e nei peccati”, ed è ovvio che, stando così le cose, non possiamo fare nulla di utile per Lui, né possiamo far nulla ch’Egli possa gradire. In un’altra Lettera, sempre Paolo dice: “Noi tutti vivevamo un tempo secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei pensieri; ed eravamo per natura figli d’ira, come gli altri” (Efesini 2:3).

Qualcuno, leggendo questi passi, può rimanere scandalizzato e, ritenendo tali affermazioni esagerate, richiude il Libro di Dio che dice la verità. Così facendo, non può vedere le manifestazioni del Suo amore. Rimane col pensiero che davanti a Dio siamo “colpevoli”, “morti”, “figli d’ira”, vale a dire destinati a subire l’ira di Dio, e tutto si ferma lì, a questa drammatica conclusione.

Invece, se accettiamo con umiltà e fiducia la descrizione che la Bibbia fa del nostro stato di perdizione, se accettiamo la valutazione di Dio e ci umiliamo, allora Dio potrà farci conoscere il Suo amore, la Sua grazia, la Sua misericordia e il Suo perdono.

Conoscete la parabola del “figlio prodigo”, descritta nel cap. 15 dell’Evangelo di Luca? Impoverito, affamato e ridotto a pascolare maiali, quel figlio ribelle che aveva abbandonato casa e genitori ripensò all’amore di suo padre e si pentì. Si rese anche conto che il suo comportamento era un peccato davanti a Dio, una disubbidienza alle Sue leggi. Quindi si alzò e tornò a casa. E al suo ritorno trovò un padre che lo aspettava con trepidazione e che gli getta le braccia al collo e fa una grande festa.

Tu che leggi questo messaggio, sei consapevole di essere perduto, senza meriti e senza diritti da poter accampare di fronte a Dio? Accetta, come ho fatto anch’io, il perdono che Egli è pronto ad offrirti se credi in Gesù Cristo, il Suo Figlio, morto in croce per i tuoi peccati. Sperimenta la misericordia del Padre! “Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo”(Efesini 2:4-5).

Accetta il dono della vita eterna che Dio ti offre in Cristo. “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (predicazione di Pietro in Atti 4:12).