“Infatti non mi vergogno del vangelo; perché esso è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede ” Rom. 1:16
“C'è qui un ragazzo che ha cinque pani d'orzo e due pesci; ma che cosa sono per così tanta gente?” Giov. 6:9.
Considerando gli illimitati bisogni di questo mondo che muore nel peccato, nell'odio e nell'ignoranza, e che rifiuta il rimedio che lo potrebbe guarire, perché, anche se consapevoli della nostra debolezza, dovremmo dire: Ci sono qui “cinque pani e due pesci ma che cosa sono per così tanta gente? Di fronte a cinquemila persone, a che serve offrirli?
Fra quei cinquemila uomini in attesa, solo un ragazzino mette a disposizione ciò che ha, senza sentirsi ridicolo. Per lui non c'è differenza fra poco e molto; è richiesto del pane, lui ne ha, eccolo! Andrea, il discepolo di Gesù, si fa coraggio e ne parla al suo Maestro, ma aggiunge: “che cosa sono per così tanta gente?” Ed ecco che il Signore moltiplicherà al di là di ogni bisogno quei cinque semplici pani.
E' il gesto di quel giovane adolescente che il Signore si aspetta da ognuno di noi, il gesto di colui che da ciò che ha e che pensa semplicemente che quanto ha dato può essere utile.
Che cosa può salvare il mondo se non l'Evangelo? Non è forse l'unico e efficace mezzo per guarire ogni uomo dai suoi peccati? Non facciamo come i discepoli che consideravano il problema al livello delle loro capacità, poiché allora conserveremo i nostri pani, e la folla resterebbe affamata.
Paolo scrive a Timoteo, suo figliuolo nella fede: “Predica la Parola...fa l'opera d'evangelista” 2 Tim. 4:2. Il Signore desidera che in noi ci sia la semplicità di questo giovane fanciullo. Vi sia in noi la stessa fiducia. Il contributo in se è ben poca cosa ma il Signore lo moltiplicherà e potrà contribuire alla salvezza di chissà quante anime.
