Gesù stando in piedi esclamò: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva”.
Giovanni
7:37
Il SIGNORE venne, si fermò
accanto a lui e chiamò come le altre volte: “Samuele, Samuele!” E Samuele
rispose: “Parla, poiché il tuo servo ascolta”.
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Samuele 3:10
Perché gridate in questo modo?
Ho tre figli. In un angolo del
salone, parlo sottovoce ad Alessandro che è seduto di fronte a me. Lui mi
guarda e mi ascolta. Giorgio invece è seduto al lato opposto della camera,
immerso nella lettura; lui non mi guarda e non si aspetta che io gli parli. Se
bisbiglio, non udrà nulla. Allora, per richiamare la sua attenzione, parlo ad
alta voce. Nella stanza accanto c’è Melania che ascolta della musica con le
cuffie; se volessi farmi sentire da lei, sarei costretto a gridare.
Ieri mi trovavo sulla porta di
casa quando ho visto un vicino che stava per attraversare la strada. È un po’
sordo, e non ha sentito che un’auto giungeva a grande velocità. Allora ho
gridato con tutte le mie forze perché bisognava che mi udisse; c’era di mezzo
la sua vita! Ma, invece di capire perché avevo gridato mi guardò con aria
contrariata; sembrava che mi volesse dire: “Che vuoi? Perché gridi in quel
modo?” Incurante, attraversò la strada e l’auto non poté evitarlo!
Dio parla ad ognuno di noi, e
il tono che deve usare dipende dal nostro atteggiamento nei Suoi confronti. In
che posizione sono io rispetto a Lui: come Alessandro, Giorgio, o Melania? Con
quale tono deve comunicare con me per farsi udire? E io, ho voglia di
ascoltarlo?
Dio si rivolge, nei modi e nei
tempi più svariati, a tutte le persone di questo mondo. Non c’è forse,
nell’indifferenza o nell’ostilità della gente, una spiegazione molto evidente
degli avvertimenti a volte tragici che Dio è costretto a mandare per farsi
ascoltare?
Dio ci avverte per il nostro bene. Forse anche noi gli
rimproveriamo di parlare troppo forte, e lo trascuriamo. Ascoltiamolo, invece;
c’è di mezzo la nostra vita eterna!