Due gruppi diversi di persone percorrono la stessa via ma in direzioni diverse. Uno sta entrando in città, l'altro sta uscendo. Non potrebbero essere più diversi. Quello che sta entrando discorre allegramente mentre segue il Signore, sono sereni, tranquilli, il maestro è la loro guida e si prende cura di loro proprio come un pastore farebbe con le sue pecore. Quello che sta uscendo è solenne, pieno di tristezza e sta seguendo dei portatori che trasportano un corpo freddo, privo di vita: è quello di un giovane.
“Quando fu vicino alla porta della città, ecco che si portava alla sepoltura un morto, figlio unico di sua madre, che era vedova; e molta gente della città era con lei. Il Signore, vedutala, ebbe pietà di lei e le disse: Non piangere! E, avvicinatosi, toccò la bara; i portatori si fermarono, ed egli disse: Ragazzo, dico a te, alzati! Il morto si alzò e si mise seduto, e cominciò a parlare. E Gesù lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore, e glorificavano Dio, dicendo: Un grande profeta è sorto tra di noi; e: Dio ha visitato il suo popolo. E questo dire intorno a Gesù si divulgò per tutta la Giudea e per tutto il paese intorno” Luca 7:12-17.
La donna che sta dietro ai portatori è la madre. Ha già percorso quella strada una volta, è già stata colpita, le sembra ieri che ha seppellito il corpo di suo marito e ora la morte ha visitato di nuovo la sua casa e le ha portato via il suo gioiello più prezioso, l'unico rimastole.
La morte è lì presente e domina la scena di quel corteo è come sempre porta con se i suoi regali: sconforto, disperazione, dolore, fino a quando... non si avvicinò loro il Signore.
Gli altri non vedono ciò che essa vede, non è la voce del nazareno quella che ode, non è il figlio del falegname quello che le sta davanti, non ascolta la voce di un uomo, essa ode l'ordine di Dio.
Chi le sta davanti ha autorità su tutte le cose, non è in potere della morte trattenere il giovane, non contro l'ordine di Dio: “Ragazzo, dico a te, alzati! Il morto si alzò”.
Il Signore diede alla donna molto di più che suo figlio, Egli le donò un segreto, un sussurro che giunge fino a noi, è una parola di speranza, una voce di vittoria.
“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà... Credi tu questo?” Giovanni 11: 25:26.