“Come un pastore va in cerca del suo gregge il giorno che si trova in mezzo alle sue pecore disperse, così io andrò in cerca delle mie pecore e le ricondurrò”.
Ezechiele
34:12
Le attenzioni di Dio
Durante la seconda guerra
mondiale, un credente faceva parte delle truppe di perlustrazione notturna che
si aggiravano il più vicino possibile fra gli avamposti delle linee nemiche. Il
silenzio assoluto era d’obbligo. Quella notte però, un laccio delle sue ghette
si slacciava spesso; così quel soldato era costretto a fermarsi per riannodarlo
e poi correre per raggiungere il resto della truppa. Questo inconveniente non
faceva altro che aumentare la tensione per il rischio di farsi vedere o udire
dai nemici.
Mentre era chinato, per
l’ennesima volta, a riallacciare la sua ghetta, si sentì sfiorare da una
raffica di mitra sparata nella sua direzione, proprio sopra la testa. La truppa
cadde sotto i colpi della mitragliatrice, ma lui ebbe salva la vita proprio
grazie a quel laccio capriccioso e comprese che quello era stato il mezzo
utilizzato da Dio per proteggerlo, e lo ringraziò con grande emozione.
A volte, nella nostra vita, il
Signore permette delle situazioni che ci contrariano; allora, riflettiamo:
forse servono per fermarci su un cammino non buono, o per avvicinarci di più a
Sé, o per proteggerci… La nostra reazione istintiva è spesso di ribellione
perché non capiamo.
Il profeta Osea ci svela le
attenzioni di Dio verso il popolo d’Israele, che però non le comprendeva. “Si
sono ribellati a me! Io li salverei, ma essi dicono menzogne contro di me”
(Osea 7:13). “Essi non hanno riconosciuto che io cercavo di guarirli. Io li
attiravo… con legami d'amore; ero per loro come chi solleva il giogo dalle
mascelle” (Osea 11:3-4).
Il Signore accompagna la nostra
vita con forti segnali d’amore; se
non li percepiamo subito, diamogli
fiducia, e impareremo a discernerli e ad apprezzarli.