Gli uomini verranno meno per la paurosa attesa di quello che starà per accadere al mondo. (Lc.21:26)
Si dice da più parti che l’ultimo secolo trascorso, anno più anno meno non fa testo, sia stato un tempo di grandi cambiamenti. Le scienze, in ogni settore, hanno avuto un notevole sviluppo, garantendo a parte dell’umanità un notevole miglioramento negli stili di vita. Basti pensare allo sviluppo del settore dei trasporti, delle comunicazioni, della medicina, ecc. Accanto a questi fenomeni si è sviluppato un pensiero che il progresso, che in queste cose si intuiva, avrebbe portato ad una pace duratura. Nonostante ciò si hanno avuti due conflitti mondiali, regimi totalitari come il fascismo ed il comunismo, una guerra fredda tra le due super potenze USA ed Russia.
Ad oggi siamo passati dal terrorismo di matrice Islamica, abbiamo da poco superato non senza problemi, due anni di pandemia, la guerra in Ucraina e non ultimo il problema energetico. Dopo tutto ciò ci dovremmo porre la domanda: cosa ci riserverà il futuro? Una domanda legittima che a molti mette inquietudine, poiché le aspettative sono alquanto cupe.
Il Signore Gesù nei suoi discorsi relativi al futuro, alla fine del mondo parlò in maniera alquanto drammatica. Egli non voleva illudere chi lo ascoltava che si andasse verso un progressivo miglioramento della vita su questa terra, anzi le Sue predizioni andavano in senso diametralmente opposto. La Bibbia parla di un Regno di pace e giustizia che il Messia instaurerà su questa terra che però sarà preceduto da grandi sconvolgimenti di natura sociale, politica e di grandi catastrofi. Quello che abbiamo intorno a noi è solo una preparazione a ciò che aspetta il mondo nel futuro prossimo. In tutto ciò c’è una speranza: Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati (1Tm.2:4), poiché ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia (At.17:31). Dio non ci ha destinati ad ira ma ad ottenere salvezza (1Ts.5:9). Porre la nostra fiducia in Gesù, nel Suo sacrificio compiuto alla croce è il mezzo per scampare dall’ira di Dio, vivendo così l’ attesa non di un giudizio quanto mai sempre più imminente ma della viva speranza del ritorno del Signore (1Ts.1:10) il quale ci porterà nel luogo da Lui preparato da dove oggi guida la vita di tutti coloro che lo hanno accolto come loro Signore e Salvatore.
Per te che leggi Gesù Cristo sarà il tuo giudice o il tuo Salvatore?