La Scrittura pone un forte accento sull'influenza della nostra ereditarietà, su ciò che siamo in “Adamo”. E' proprio la natura da noi ereditata ad essere macchiata e distorta. Quindi è dall'interno, “dal didentro, dal cuore degli uomini” , insegnava Gesù, che provengono i pensieri malvagi e le azioni malvagie (Marco 7:21-23). Non sorprende che descrivesse il peccatore come uno “schiavo del peccato” (Giovanni 8:34).
Siamo in effetti resi schiavi del mondo (le correnti mode e opinioni), della carne (natura degenerata) e del diavolo (le forze demoniache).
E' solo perché Dio “conosce la nostra natura” e “si ricorda che siamo polvere” che è paziente con noi, lento all'ira e che “non castiga in proporzione delle nostre colpe” (Salmo 103:10,14).
Il fatto che sia lento all'ira non significa assolutamente che essa non giunga. E' un Dio paziente, che concede tempo.
La nostra responsabilità non è affatto ridotta.
Dio lascia a noi la responsabilità di scegliere. Ci esorta ad affrettarci, a ubbidire.
Per quale ragione gli uomini non vanno a Cristo?
Perché non possono o perché non vogliono?
“Le Scritture sono quelle che testimoniano di me... eppure non volete venire a me per aver la vita!” Giovanni 5:40
Se gli esseri umani hanno peccato (e lo hanno fatto), e se sono responsabili dei loro peccati (e lo sono), allora sono colpevoli dinanzi a Dio.
“Il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie”. Giovanni 3:19.
Non vi è niente di più serio di questa deliberata azione di rifiuto nei riguardi della luce di verità e bontà.