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domenica 18 dicembre 2022

18 dicembre - Il nostro Padre che è nei cieli (2/2)

Dacci oggi il nostro pane quotidiano; rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno.

Matteo 6:11-13

 

Il nostro Padre che è nei cieli (2)

 

Le priorità sono dunque chiare: prima di tutto l’onore e gli interessi di Dio, e poi i nostri bisogni: dacci… perdonaci… liberaci. Noi dipendiamo da Lui sotto ogni aspetto. Non è per i nostri meriti che otteniamo il cibo di cui abbiamo bisogno, perché Lui è il padrone di tutto; la terra con tutto ciò che contiene è di Sua proprietà.

Se il nostro corpo ha bisogno di nutrimento, lo stesso vale anche per la nostra anima. In questo senso il pane ci parla anche della Parola di Dio. La nostra anima ha bisogno di perdono, perciò dire che Dio rimette i nostri debiti significa che ci perdona. Ma noi non possiamo chiedere a Dio il perdono senza, allo stesso tempo, aver perdonato quelli che potrebbero averci offeso.

“Non ci esporre alla tentazione”. Quest’ultima richiesta viene spesso dimenticata nelle nostre preghiere, eppure è molto importante. Essere protetti dalla tentazione significa essere preservati da quelle cose che potrebbero farci deviare dal sentiero che Dio vuole per noi. E poi, “liberaci dal male”. Questa richiesta scaturisce dal cuore con gli accenti di una fede vittoriosa, perché reclama qualcosa che ci è già stato conquistato dalla vittoria di Gesù, vittoria sul male, sul tentatore, sul mondo. Anche se viviamo ancora con la sofferenza e la malattia, e se qualche volta, purtroppo, cediamo al peccato, se abbiamo davvero creduto al Signore Gesù possiamo essere certi che il male non avrà l’ultima parola, perché Lui, con la Sua morte e la Sua risurrezione, ha vinto. “Nel mondo avrete tribolazione – ha detto ai discepoli – ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo” (Giovanni 16:33). “Noi siamo più che vincitori in virtù di Colui che ci ha amati” (Romani 8:37).