Dacci oggi il nostro pane quotidiano; rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno.
Matteo 6:11-13
Il
nostro Padre che è nei cieli (2)
Le priorità sono dunque chiare:
prima di tutto l’onore e gli interessi di Dio, e poi i nostri bisogni: dacci…
perdonaci… liberaci. Noi dipendiamo da Lui sotto ogni aspetto. Non è per i
nostri meriti che otteniamo il cibo di cui abbiamo bisogno, perché Lui è il
padrone di tutto; la terra con tutto ciò che contiene è di Sua proprietà.
Se il nostro corpo ha bisogno
di nutrimento, lo stesso vale anche per la nostra anima. In questo senso il pane ci parla anche della Parola di Dio.
La nostra anima ha bisogno di perdono, perciò dire che Dio rimette i nostri debiti significa che ci perdona. Ma noi non
possiamo chiedere a Dio il perdono senza, allo stesso tempo, aver perdonato
quelli che potrebbero averci offeso.
“Non ci esporre alla
tentazione”. Quest’ultima richiesta viene spesso dimenticata nelle nostre
preghiere, eppure è molto importante. Essere protetti dalla tentazione
significa essere preservati da quelle cose che potrebbero farci deviare dal sentiero
che Dio vuole per noi. E poi, “liberaci dal male”. Questa richiesta scaturisce
dal cuore con gli accenti di una fede vittoriosa, perché reclama qualcosa che
ci è già stato conquistato dalla vittoria
di Gesù, vittoria sul male, sul
tentatore, sul mondo. Anche se viviamo ancora con la sofferenza e la
malattia, e se qualche volta, purtroppo, cediamo al peccato, se abbiamo davvero
creduto al Signore Gesù possiamo essere certi che il male non avrà l’ultima
parola, perché Lui, con la Sua morte e la Sua risurrezione, ha vinto. “Nel
mondo avrete tribolazione – ha detto ai discepoli – ma fatevi coraggio, io ho
vinto il mondo” (Giovanni 16:33). “Noi siamo più che vincitori in virtù di
Colui che ci ha amati” (Romani 8:37).