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venerdì 30 dicembre 2022

Assenza di pace nel cuore

“Il suo animo è saldo; tu gli assicurerai la pace, pace perché in te ha fiducia” (Isaia 26:3)

Molte persone sono inquiete riguardo alla pace della loro anima. Una tale incertezza può essere dovuta ad una visione imperfetta e poco chiara dell’evangelo, all’ignoranza della pienezza di Cristo o all’assoluta mancanza di certezza del perdono dei peccati.

Vi è anche un’altra causa, di natura ben più grave e seria: è un cammino negligente e una mancanza di coscienza. Ciò conduce spesso a degli stati molto più gravi e, talvolta, a una vera disperazione. Tali esempi ci insegnano come è importante cercare di realizzare un cammino fedele vicino a Dio. “Egli veglierà sui passi dei suoi fedeli” (1 Samuele 2:9); ma essi sono chiamati a custodire il loro cuore “più di ogni altra cosa” (Proverbi 4:23). Lo Spirito rivela Cristo e se non è contristato dal peccato e dalla mondanità, renderà stabile l’anima nella sua pienezza e la stabilirà nella pace di Dio che sorpassa ogni conoscenza (Filippesi 4:7). Ma ecco che quando la coscienza è alterata, quando noi pecchiamo contro la luce lasciando entrare il mondo nei nostri cuori, allora la nostra vista spirituale s’indebolisce e la nostra intelligenza si oscura. A meno che la nostra anima non sia interamente addolorata dal sentimento di peccato e restaurata per mezzo della grazia di Dio, è probabile che Satana l’attirerà nell’ingranaggio distruttore della carne e della mondanità. Può accadere che il Nemico la spinga nel dominio pauroso dell’infedeltà.

Se questa pagina cade sotto gli occhi di qualcuno che sta soffrendo questa situazione lo prego di fermarsi subito. Dopo aver riconosciuto la causa reale del triste e basso stato in cui si trova, per un sincero giudizio su sé stesso, lo porti davanti al suo Padre che è nel cielo: confessi il suo male che, giudichi e lo rigetti. “Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi” (1 Giovanni 1:9).

“Voi direte loro: È il sacrificio della pasqua per il Signore, il quale è passato oltre le case degli Israeliti in Egitto, quando colpì l'Egitto e salvò le nostre case. Il popolo si inginocchiò e si prostrò” (Esodo 12:27)

Non c’è nessuna ragione perché il credente debba rimanere in uno stato di debolezza spirituale a meno che, di proposito, non agisca con leggerezza rattristando lo Spirito di Dio. Il suo privilegio è di avere Cristo, in tutta la pienezza divina, nella sua anima e in tutte le altre cose: il peccato, le infermità, le circostanze …

Quando il nostro sguardo resta fisso su Cristo e si è ripieni di Lui, niente può ostacolare la nostra pace. Ma la causa segreta del cattivo stato spirituale di un così gran numero di figlioli di Dio è che si sono allontanati da Cristo ed hanno permesso ad altre cose di occupare il loro cuore. Cristo non ha più il Suo posto; questi credenti hanno perduto la freschezza del sentimento di ciò che Cristo è e sono caduti, di conseguenza, in un freddo formalismo. Di più: le loro affezioni non avendo più l’oggetto al quale attaccarsi, si sono alleate con il mondo.

Solo un occhio semplice diretto verso Cristo custodirà il cuore nella libertà e nella pace. Molte cose possono provare a rattristare il cuore, ma la pace rimane. “Vi ho detto queste cose perché abbiate pace in me. Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!” (Giovanni 16:33). Il Signore Gesù non ci promette di essere risparmiati dalle prove; no, ci promette la pace per sopportarle e questo è molto più prezioso. Egli si è presentato in mezzo ai Suoi discepoli tremanti ed ha detto loro: “pace a voi” (Giovanni 20:19). Non ha modificato le loro circostanze, ma ha dato pace in mezzo ad esse; è una cosa divina. Il credente dovrebbe, come l’Israelita, sedersi all’interno della sua casa e nutrirsi di Cristo, perché sa che il sangue dell’agnello è la sua protezione. Il peggio che poteva capitargli era la morte ed il giudizio, ma quello era già stato eseguito. Il sangue sugli stipiti e sull’architrave lo testimoniava. Era impossibile che qualcuno potesse nuocere a coloro che si erano riparati sotto il sangue dell’agnello.