Così parla l’Eterno: “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo”.
Geremia 17:5
Ogni uomo, benché saldo in piedi, non è che vanità.
Salmo 39:5
Credere nell’uomo?
Molti scritti di filosofi
recenti riguardo all’umanesimo e alla religione mostrano che la tendenza
dell’uomo è di credere in se stesso. Credere nell’uomo equivale a credere che
l’uomo è buono, capace di migliorarsi e di raggiungere una condizione se non di
perfezione, almeno di livello soddisfacente. È credere che sia possibile
realizzare la pace sulla terra con gli sforzi umani, e che la società sia
davvero in progresso. È vero che l’uomo può fare del bene, ma dobbiamo
riconoscere che è anche capace di fare il male e di farlo con determinazione.
Dall’era della catapulta fino a quella delle armi nucleari, l’uomo non è molto
cambiato. La sua storia, antica e recente, è una storia di guerre. Non è
neppure in grado di evitare il male nella sua vita privata.
Da
millenni, l’uomo cerca di risolvere i suoi problemi con le proprie risorse.
Aspira al bene, all’amore, alla pace, alla felicità, ma non può arrivarvi coi
propri mezzi. Così molti, vedendo lo scarto fra i loro ideali e la realtà, si
scoraggiano e si deprimono.
Eppure
esiste un uomo, mandato da Dio, che è venuto a regolare il vero problema
dell’umanità. Quest’uomo, il solo giusto e perfetto, è Gesù Cristo. E’ venuto a
liberare gli uomini da quella sorgente
di male che Dio chiama peccato e
che conduce alla perdizione. Lui, il Figlio di Dio, si è lasciato punire al
nostro posto: ha dato la sua vita per amore per noi. Ora è vivente, e offre
gratuitamente la liberazione a tutti quelli che credono in Lui.