Nel Vecchio Testamento, Dio, si lamentava del suo popolo perché si comportava come “figliuoli insensati” che non avevano intelligenza. Ogni Israelita per posizione faceva parte del Suo popolo ma come realtà ne era ben distante. Ognuno avrebbe potuto fare sue le parole del libro dei Proverbi: “Certo, io sono più stupido d'ogni altro, e non ho l'intelligenza d'un uomo. Non ho imparato la sapienza, e non ho la conoscenza del Santo” Prov. 30:2-3.
Un popolo con le gambe ma senza testa. “Io rendo loro testimonianza infatti che hanno zelo per Dio, ma zelo senza conoscenza” Rom. 10:2. Lo zelo senza conoscenza serve solo a dare una “forma” ma manca totalmente di tutto ciò che è gradito a Dio mancando della conoscenza di queste cose.
Sono gli animali ad essere stati creati per comportarsi seguendo l'istinto, mentre gli esseri umani per agire secondo una scelta intelligente e saggia.
A più riprese, Dio, non fa altro che mettere in risalto che ogni uomo si comporta da stolto e odia la conoscenza quando non tiene nessun conto di Dio.
“Lo stolto ha detto nel suo cuore: Non c'è Dio” Salmo 14:1. Eppure: “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l'opera delle sue mani. Un giorno sgorga parole all'altro, una notte comunica conoscenza all'altra. Non hanno favella né parole; la loro voce non s'ode. Ma il loro suono esce fuori per tutta la terra, e i loro accenti vanno fino all'estremità del mondo. Quivi Iddio ha posto una tenda per il sole” Salmo 19:1-4.
Per mezzo di questo messaggio senza parole dell'universo creato, Dio parla all'uomo e proclama la sua divina gloria. Il messaggio è chiaro e gli uomini che soffocano la verità sono colpevoli davanti a Dio. “infatti quel che si può conoscer di Dio è manifesto in loro, avendolo Iddio loro manifestato; poiché le perfezioni invisibili di lui, la sua eterna potenza e divinità, si vedon chiaramente sin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere sue; ond'è che essi sono inescusabili, perché, pur avendo conosciuto Iddio, non l'hanno glorificato come Dio, né l'hanno ringraziato; ma si son dati a vani ragionamenti, e l'insensato loro cuore s'è ottenebrato” Romani 1:19-21.
Entrambi questi brani si riferiscono alla rivelazione di Dio fa di se per il tramite dell'ordine creato. Per quanto la proclamazione sia senza discorso, sia senza voce e senza parole, tuttavia dà come risultato che tutti gli uomini arrivino alla conoscenza di Dio.
Abbiamo bisogno dell'intervento di Dio nella nostra vita, abbiamo bisogno che: “il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente; egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati” Efesini 1:17-19.
Per i Colossesi, Paolo pregava: “che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio” Colos. 1:9-10. La ripetizione di queste parole: “conoscenza”, “sapienza”, “intelligenza” è molto significativa in quanto, l'apostolo, li riteneva concetti fondamentali della vita cristiana.
Quanto è prezioso per ogni uomo ottenere questa “intelligenza”.
“Beato l'uomo che ha trovato la saggezza, l'uomo che ottiene l'intelligenza! Poiché il guadagno che essa procura è migliore a quello dell'argento, il profitto che se ne trae vale più dell'oro fino ” Prov. 3:13-14.
E' beato, cioè felice, l'uomo che ha trovato la saggezza, (nel libro dei Proverbi la saggezza è Cristo). Il vantaggio della conoscenza di Cristo supera qualsiasi profitto si possa ottenere dall'accumulo di oro e argento. Senza Cristo ogni altra cosa rimane priva di significato.