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sabato 17 febbraio 2024

17 febbraio - Giuseppe e Nicodemo

Tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato.

Giovanni 5:23

 

Chi veglia sul suo padrone sarà onorato.

Proverbi 27:18

 

Giuseppe e Nicodemo

 

Giuseppe d’Arimatea era un uomo ricco (Matteo 27:57), consigliere illustre (Marco 15:43), uomo giusto e buono (Luca 23:50), discepolo di Gesù in segreto per timore dei Giudei (Giovanni 19:38). L’evangelista Giovanni parla di lui tre volte. Nicodemo è un uomo insigne, un dottore della legge, che va a cercare Gesù di notte. Nella conversazione il Signore gli dice chiaramente che le sue qualità e le sue conoscenze religiose non gli avrebbero permesso di ottenere la vita eterna. Nicodemo doveva “nascere di nuovo” (Giovanni 3:3)! Qualche tempo dopo, ebbe il coraggio e la rettitudine di difendere Gesù davanti al tribunale giudaico, malgrado l’opposizione dei colleghi (Giovanni 7:50).

Dopo la morte di Gesù, tutto sembrava disperatamente perduto, come dimostra l’atteggiamento dei due discepoli che lasciarono Gerusalemme per andarsene a Emmaus (Luca 24:13). Ma Giuseppe ha il coraggio di chiedere a Pilato il corpo di Gesù (Marco 15:43), e Dio fa sì che il governatore acconsenta. Così si è adempiuta la parola profetica: “Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi, ma nella sua morte egli è stato con il ricco” (Isaia 53:9). Che gioia per Giuseppe sottrarre il corpo del suo Maestro al disprezzo del popolo, per offrirgli una tomba nuova, “scavata nella roccia, dove nessuno era ancora stato deposto” (Luca 23:53)!

Dopo la morte del Signore, ecco Nicodemo che porta una mistura di profumi per ungere il suo corpo e aiutare Giuseppe a deporlo nella tomba (Giovanni 19:39).

Superando i loro timori iniziali, questi due uomini hanno finalmente avuto il coraggio di manifestarsi apertamente per il Signore. Che il loro esempio ci sia d’incoraggiamento!