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sabato 10 febbraio 2024

La storia dell’uomo povero e saggio (2/2)

Ci ricordiamo regolarmente di quello che il Salvatore ha fatto per noi?

Un uomo dimenticato.

Quando la piccola città è stata salvata dall’uomo povero e saggio, i suoi abitanti hanno dimenticato molto presto “l’autore della loro salvezza”; passato il grande pericolo il salvatore è stato completamente dimenticato: “Nessuno si ricordò di questo uomo povero” (v. 15).

È cambiato qualche cosa oggi? Il mondo che ha rifiutato il Salvatore, all’epoca della Sua venuta, lo rifiuta ancora oggi, Satana non risparmia nessun mezzo per cancellare il Suo ricordo e far credere che oggi è ancora nella tomba. Molti non conoscono neppure il Suo Nome. Chi pensa alla riconciliazione che il Signore Gesù ha fatto “mediante il sangue della Sua croce?” (Colossesi 1:20) Chi pensa all’alto prezzo che ha pagato “quale riscatto per tutti?” (1Timoteo 2:6) Anche fra coloro che conoscono il Suo Nome e si dicono cristiani pochi lo conoscono veramente come Signore e Salvatore. Alcuni apprezzano il lato caritatevole della Sua Persona ma non si curano in nessun caso delle Sue esigenze e dei Suoi interessi; “tutti cercano i loro propri interessi e non quelli di Gesù Cristo” (Filippesi 2:21). Che cosa ne è di noi, amici credenti? Ci ricordiamo regolarmente, anche durante la settimana, con cuore riconoscente di quello che il Salvatore ha fatto per noi? Ci ricordiamo della grande e difficile opera di redenzione che ha compiuto sulla croce del Golgota? Ci ricordiamo del grande prezzo che ha pagato per noi? Lui è l’oggetto della nostra lode e adorazione? I nostri cuori sono ripieni di Lui?


Essere liberati e dimenticare Colui che ci ha salvati, è possibile?

In memoria di Lui.

La fine di questo corto racconto è triste: “Nessuno si ricordò di questo uomo povero”. Com’è possibile? Essere liberati e dimenticarsi di Colui che ci ha salvato? La domanda si pone anche a noi oggi in rapporto a Cristo, di cui l’uomo povero e saggio è una debole immagine; quale è la nostra risposta verso Colui che è divenuto infinitamente povero per renderci ricchi per sempre? Quale posto occupa Colui che ci ha salvati per l’eternità grazie alla Sua grande saggezza? Prima di lasciare questa terra il Salvatore ha mostrato ai Suoi discepoli come dovevano ricordarsi di Lui durante la Sua assenza. “Poi prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi” (Luca 22:19-20). Dopo la Sua ascensione in gloria, il Signore ha dato all’apostolo Paolo una rivelazione riguardo a questi stessi segni: “Poiché ogni volta che mangiate questo pane e bevete da questo calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga” (1 Corinzi 11:26). Da allora questo è il grande privilegio di tutti coloro che amano il Signore Gesù di rispondere al Suo grande desiderio e di partecipare alla cena del ricordo ogni primo giorno della settimana (Atti 20:7). Ben presto verrà il momento in cui non avremo più da rispondere a questo desiderio del Signore sulla terra perché, in effetti, quando tornerà per prendere tutti i credenti ed introdurli nella casa del Padre questo tempo sarà finito. Saremo con Lui, “Lo vedremo come Egli è” (1 Giovanni 3:2). Ma per coloro che conoscono il desiderio “dell’uomo povero e saggio”, ancora oggi l’invito del Signore si fa udire. “Fate questo in memoria di Me”.  Caro lettore se non hai ancora risposto al desiderio di Colui che ti ha salvato … che cosa aspetti?