Tre richieste di preghiera
• perché i credenti rimanessero
saldi, cioè fermi, forti, incrollabili, decisi nella fede;
• perché diventassero come uomini
fatti e non come bambini che possono essere sballottati qua e là dalle favole e
dalle false dottrine.
• perché fossero ben disposti
verso Dio a fare la sua volontà.
Questi tre elementi ci dimostrano
che la preghiera di Epafra non era generica ma precisa e diretta, mirata ai
reali bisogni dei suoi fratelli e della chiesa.
Anche Elia pregava per il popolo
quando disse: “Quanto tempo ancora zoppicherete?”. Con questo voleva
dire: “Quale padrone volete seguire e servire? Perché non state saldi nella
fede?” 1Re 18:21.
L’instabilità fa parte della
nostra natura.
Al mattino possiamo essere pieni
di zelo ed amore per il Signore, leggere la sua Parola e pregare ed essere così
allegri da iniziare una bella giornata di comunione con lui.
E poi che succede?
Bastano un po’ di preoccupazioni,
gettate lì dal nostro nemico, e un po’ di pensieri che il mondo ci presenta e
“subito” ci dimentichiamo di ciò che abbiamo esperimentato alla mattina. Ecco
perché abbiamo bisogno della preghiera per rimanere saldi e forti,
incrollabili. Paolo pregava così per gli Efesini: “Per questo motivo io piego
le ginocchia davanti al Padre, dal qual ogni famiglia nei cieli e sulla terra
prende il nome, affinché egli vi dia, secondo le ricchezze della sua gloria, di
essere potentemente fortificati, mediante lo Spirito suo, nell’uomo interiore”
Ef.3:14.
Abbiamo bisogno che il Signore,
non un uomo, ci fortifichi ogni giorno, costantemente. Ed è un grande aiuto la
preghiera di altri per noi, quando magari noi siamo “con le ruote sgonfie”, non
è così?
La seconda richiesta fatta a Dio
da Epafra era che i Colossesi crescessero e maturassero verso la perfezione.
Gesù Cristo stesso aveva ricordato questo, dicendo: “Voi dunque siate perfetti,
come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5:44). Il desiderio di Epafra era
che i credenti non rimanessero dei neonati nella fede e nella conoscenza di
Dio, ma che crescessero nell’amore e nell’ubbidienza. La perfezione non è umana
né di questa terra, ma la maturità si che è possibile.
“Come dunque avete ricevuto
Cristo Gesù, il Signore, così camminate in lui, essendo radicati ed edificati
nella fede, come vi è stato insegnato, abbondando in essa con ringraziamento”
Cl 2:6, 7.
La prima indicazione è
l’obiettivo: siate perfetti, cioè maturi; come? Come il vostro Padre!
“Siate” indica qualcosa che ha a
che fare con l’essere non con il sembrare. Non dobbiamo sembrare perfetti, ma
esserlo interiormente. Possiamo raggiungere questo obiettivo attraverso la
fede, perché da lì abbiamo cominciato e da lì dobbiamo proseguire. Se per fede,
mediante la grazia di Dio, siamo dei nati di nuovo, allora anche il nostro
cammino deve avvenire per fede. Per fede dobbiamo credere che Dio potrà usare
degli uomini qualunque, e delle donne qualunque, come me per trasformarli in
uomini e donne maturi e perfetti, a lode e gloria del suo nome.
Per fede dobbiamo credere che Dio
sa quello che fa, che niente è impossibile a lui, e che ogni cosa è sotto il
suo controllo. Più agisco di testa mia nella mia vita, meno Dio ha spazio.
Questo non significa che Dio mi deve indicare (o scegliere) il colore delle mie
scarpe, ma sicuramente che davanti alle scelte della mia vita io debba
chiedermi: “Dio cosa farebbe? Quale scelta glorifica Dio e la sua
testimonianza? Questa cosa mi edifica o porta danno spirituale a me o ad
altri?”
La terza richiesta di preghiera
di Epafra per i suoi fratelli è questa: “perché stiate saldi, come uomini
fatti, completamente disposti a fare la volontà di Dio”. Gesù stesso aveva
detto: “Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere
l’opera sua... perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la
volontà di Colui che mi ha mandato” Gv 6:38.
Il nostro problema non è forse
quello che vogliamo fare la volontà di Dio, ma non riusciamo perché siamo
avvinti dai nostri pensieri e desideri (1Sa 15:19-22; Mt 7:21)?
A noi è chiesto di essere
disposti a fare la sua volontà. Mettendo insieme i diversi significati della
parola “disposti”, abbiamo come risultato che dobbiamo essere pronti a stare
dalla parte di Dio, e pronti e ben intenzionati a fare la sua volontà, non la
nostra.
Da giovane mi chiedevo spesso
quale fosse la volontà di Dio (a volte me lo chiedo ancora!) ma in realtà Dio
mi ha sempre indicato la sua volontà nella sua Parola (la Bibbia) in modo
chiaro.
Il mio problema, che è comune a
molti, non è di sapere qual è la volontà di Dio, ma piuttosto di essere
disposto a seguirla.
Sono disposto ad ubbidire alla
sua volontà, come è indicata nella Bibbia? Sono pronto a sacrificare la mia
volontà per fare la sua?
Epafra sapeva quanto è difficile
fare la volontà di qualcun altro, deponendo la propria. Lo stesso vale per noi
nel fare la volontà di Dio, quante volte sappiamo qual è la volontà di Dio per
noi, ma la mettiamo da parte in nome del nostro orgoglio, o della nostra
testardaggine, o perché non vogliamo sacrificare i nostri interessi. Ecco
perché noi tutti abbiamo bisogno di qualcun altro che ci guidi, con l’esempio
più che con le parole, e che preghi per noi affinché impariamo a cercare di
conoscere di più e fare la volontà di Dio.
La preghiera di Epafra era che la
volontà di Dio potesse essere realizzata nella vita dei cristiani di Colosse.
Epafra preferiva parlare a Dio degli uomini, piuttosto che parlare agli uomini
di Dio. Questo è un bel messaggio perché si fonda sulla consapevolezza che le
mie parole sono umane e a volte rispecchiano le mie vedute sulla vita degli
altri (giudizio?), mentre invece se chiedo a Dio di intervenire a sostegno dei
bisogni di un fratello sicuramente Dio opererà nel migliore dei modi, magari
proprio attraverso di me ma “usandomi” come “Lui” vuole e quando “Lui” vuole. A
me sta aspettare le “sue” risposte alle preghiere, non anticipare la sua
volontà, seguendo la mia.