O Eterno, fammi conoscere la mia fine e quale sia la misura dei miei giorni. Fa’ ch’io sappia quanto sono fragile.
Insegnaci
dunque a contare bene i nostri giorni.
I
miei giorni sono nelle tue mani.
Salmo 39:4; 90:12; 31:15.
Due scandali?
Intervistato da un
giornalista, un personaggio di successo ha dichiarato: “Il trascorrere del
tempo e la morte sono due scandali”. Certe persone vorrebbero fermare il tempo
per godere al massimo il momento presente. Altre, quelle che soffrono, trovano
invece che il tempo non passi mai! Il tempo scorre inesorabilmente, e la vita
dell’uomo “è un vapore che appare per un istante e poi svanisce” (Giacomo
4:14). Possiamo anche ribellarci, ma la realtà non cambia, l’appuntamento con
la morte è inevitabile.
Il
credente sa che ogni giorno della sua vita è nelle mani di Dio. Lui è il
padrone del tempo, ed è “un Dio che libera”, che può “far uscire dalla morte”
(Salmo 68:20). Il credente conosce la grazia del Figlio di Dio che ha voluto
sottomettersi a certe limitazioni della condizione umana, ma che ha reso
impotente la morte e “ha messo in luce la vita e l’immortalità mediante il
vangelo” (2 Timoteo 1:10).
Il
tempo passa e non si torna indietro; nessuno sa se domani sarà ancora in vita. Oggi Dio vuole liberarci dalla morte eterna.
È oggi che bisogna accettare la sua grazia.
Imparare
a “contare bene” i propri giorni significa, sapendo che sono pochi, viverli
confidando in Dio, fare di ogni giornata la più felice e la più utile
possibile. È anche non sciupare il proprio tempo, ma cogliere ogni occasione
per fare oggi tutto il bene che possiamo fare. La speranza del credente non è la morte, ma l’eternità beata col
suo Salvatore!