(Gesù) disse a Tommaso: “Porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente”.
Giovanni 20:27
Ogni
occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero.
Apocalisse 1:7
L’ultimo oltraggio
Gesù esce da Gerusalemme portando la sua croce. In
cambio del suo amore riceve l’odio (Salmo 109:5). Come corona, gli hanno messo
sul capo un intreccio di spine e come scettro gli hanno dato una canna (Matteo
27:29). Si fanno beffe di lui, lo colpiscono con la canna e gli sputano in viso
(Matteo 27:30). Lo hanno spogliato delle sue vesti che i soldati, senza
scrupoli, si spartiscono. Gesù è inchiodato alla croce. Dove sono quelle
migliaia di persone che ha guarito e consolato? Persino i suoi discepoli sono fuggiti.
Gesù
è in croce. Perché? A causa della malvagità degli uomini, certo, ma questo non
è l’unico motivo. Gesù ha accettato di morire sulla croce perché solo la sua morte poteva salvarci. Egli
è l’Agnello di Dio che toglie il peccato. Infatti quando la sua opera
espiatoria è completata può rimettere il suo spirito al Padre e spirare.
Il
capo dei soldati aveva constatato la sua morte e aveva concluso che era inutile
spezzargli le gambe come agli altri due che erano crocifissi. In quel momento
uno dei soldati gli trapassa il costato con la lancia. A quest’ultimo
oltraggio, Dio risponderà con un castigo? No. Dal costato trafitto di Gesù esce
sangue ed acqua, il sangue che espia e
l’acqua che purifica il peccatore che si riconosce colpevole e crede al suo
sacrificio. Dio è amore!