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sabato 6 aprile 2024

Fallimento o trionfo?

“Dall'ora sesta si fecero tenebre su tutto il paese, fino all'ora nona” Matteo 27:45.

La città di Gerusalemme sta celebrando una festa. La folla accompagnava su un colle vicino tre uomini che vengono condotti al supplizio. Due di questi sono malfattori; quanto al terzo, non si è trovato nulla per giustificare la sua condanna, anzi più volte verrà detto di Lui: Egli non ha fatto niente di male, ma nessuno vuole saperne di Lui. Ha compiuto opere tanto potenti da non avere eguali, ha parlato, insegnato, guarito, eppure ora è lì ed è solo.

Gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie e il Signore Gesù, con i suoi insegnamenti, ha messo in luce le tenebre che vi erano nel loro cuore.

E' mezzogiorno, il sole si oscura e improvvisamente le tenebre invadono il paese. Che cosa sta dunque accadendo? Possibile che in un paese dove là è la luce stessa a risplendere rimanga nelle tenebre?

“E il giudizio è questo: che la luce è venuta nel mondo, e gli uomini hanno amato le tenebre più che la luce, perché le loro opere erano malvage” Giov. 3:19.

Tutto ciò avviene perché gli uomini hanno amato le tenebre rifiutando il dono che Dio fa  nel suo amore.

“Allora i soldati del governatore portarono Gesù nel pretorio e radunarono attorno a lui tutta la coorte. E, spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto; intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra e, inginocchiandosi davanti a lui, lo schernivano, dicendo: Salve, re dei Giudei! E gli sputavano addosso, prendevano la canna e gli percuotevano il capo. E, dopo averlo schernito, lo spogliarono del manto e lo rivestirono dei suoi abiti; poi lo condussero via per crocifiggerlo... E quelli che passavano di là, lo ingiuriavano, scuotendo il capo e dicendo: Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi giù dalla croce!» Così pure, i capi dei sacerdoti con gli scribi e gli anziani, beffandosi, dicevano: Ha salvato altri e non può salvare se stesso!” ver.27-42. 

Che scena.

Nonostante l'odio e il disprezzo, Dio, nel Suo amore, aveva affidato un compito al Signore Gesù ma, apparentemente tutto sembrava volgere verso una aperta sconfitta.

I discepoli del Signore avevano assistito al suo arresto e ora alla sua condanna a morte. Il cuore di ciascuno di loro sarebbe stato spezzato. Tutta la vita del Signore, agli occhi degli uomini, pareva essere stata un fallimento, salvo che dal punto di vista di Dio.

Ciò che agli occhi umani fu un fallimento agli occhi di Dio fu un trionfo grandioso.

Certo non avremmo parlato di trionfo di fronte ad una simile scena: percosse, sputi, ingiurie e infine chiodi lunghi venti centimetri e il legno di una croce. Ma lo fu, fu il trionfo dell'amore e della misericordia di Dio per noi.