Gesù disse loro: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio”.
Matteo 22:21
Rendete
a ciascuno quel che gli è dovuto: l’imposta a chi è dovuta l’imposta, la tassa
a chi la tassa.
Romani 13:7
“Rendete a Cesare quel che è di Cesare”
Con
queste parole il Signore Gesù rispose a quei Giudei che gli avevano fatto
domande sull’opportunità o meno di pagare le imposte ai Romani che dominavano
all’epoca sopra Israele. Gesù li invitò a sottomettersi a quell’autorità, anche
se per loro era un peso non indifferente. Questa frase è diventata proverbiale.
È giusto rendere a ciascuno ciò che gli è dovuto, in particolare alle autorità.
Ma
nella risposta del Signore c’è una seconda parte che nessuno osa citare: “rendete a Dio quello che è di Dio”.
Forse
andiamo fieri di essere dei buoni cittadini, scrupolosi nel compimento dei
nostri doveri civici e nel pagamento puntuale delle imposte. Ma abbiamo pensato
ai nostri doveri verso Dio? È lui che ha creato tutte le condizioni necessarie
alla vita: dà il sole, le piogge, fa crescere e maturare i raccolti. È lui che
chiama all’esistenza ogni essere umano. Che cosa gli diamo in cambio? Noi, che
siamo sue creature, non dovremmo almeno ringraziare il nostro Creatore e
comportarci correttamente di fronte alla natura magnifica nella quale si svolge
la nostra esistenza terrena?
E
soprattutto, qual è la nostra reazione di fronte al beneficio divino che supera
tutti gli altri: il dono del suo Figlio unigenito, Gesù Cristo, come Salvatore?
Rendiamoci conto della bontà di Dio verso di noi, e rendiamo a Dio l’onore e la
riconoscenza che gli sono dovuti.