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mercoledì 3 aprile 2024

La prigione dell'orgoglio

Vi è un luogo praticamente irraggiungibile, ed è un luogo di segregazione di prigionia.

Non provate a tendere la vostra mano in segno di aiuto sareste guardati con disprezzo.

Nessun occupante di quella prigione sarà disposto a farsi aiutare e sapete perché?

Perché sono convinti di non averne bisogno.

La prigione dell'orgoglio è piena di uomini e donne che si sono fatti da sé, determinati a farcela da soli anche se finiscono con il sedere per terra.

Ci sono tante persone rinchiuse la dentro.

C'è l'alcolista che non vuole ammettere di avere un problema.

Vi è la donna che si rifiuta di parlare delle sue paure con qualcuno.

C'è l'uomo d'affari che respinge risolutamente ogni aiuto, anche quando tutto sta cadendo a pezzi.

E vi è l'adultera pronta a negare l'evidenza e il ladro che sorridere divertito.

Non provate a pronunciare parole come peccato, colpa, perdono da chiedere, grazia da invocare. Sareste respinti.

Non ne hanno bisogno.

“Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto...” 1 Giovanni 1:9.

Se confessiamo sembra essere per loro una parola “grossa”.

Perché confessare i propri peccati, ammettere il proprio fallimento, è esattamente ciò che i prigionieri dell'orgoglio non faranno mai.

Conoscete il gergo: “Va tutto bene”. Vi diranno.

Sono solo i malati  ad avere bisogno del medico. La Scrittura afferma che ogni uomo lo è ma bisogna riconoscerlo.

“Perché anche noi eravamo una volta insensati, ribelli, traviati, servi di varie concupiscenze e voluttà, menanti la vita in malizia ed invidia, odiosi e odiantici gli uni gli altri.” Tito 3:3.