Vi è un luogo praticamente irraggiungibile, ed è un luogo di segregazione di prigionia.
Non provate a tendere la vostra mano in segno di aiuto sareste guardati con disprezzo.
Nessun occupante di quella prigione sarà disposto a farsi aiutare e sapete perché?
Perché sono convinti di non averne bisogno.
La prigione dell'orgoglio è piena di uomini e donne che si sono fatti da sé, determinati a farcela da soli anche se finiscono con il sedere per terra.
Ci sono tante persone rinchiuse la dentro.
C'è l'alcolista che non vuole ammettere di avere un problema.
Vi è la donna che si rifiuta di parlare delle sue paure con qualcuno.
C'è l'uomo d'affari che respinge risolutamente ogni aiuto, anche quando tutto sta cadendo a pezzi.
E vi è l'adultera pronta a negare l'evidenza e il ladro che sorridere divertito.
Non provate a pronunciare parole come peccato, colpa, perdono da chiedere, grazia da invocare. Sareste respinti.
Non ne hanno bisogno.
“Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto...” 1 Giovanni 1:9.
Se confessiamo sembra essere per loro una parola “grossa”.
Perché confessare i propri peccati, ammettere il proprio fallimento, è esattamente ciò che i prigionieri dell'orgoglio non faranno mai.
Conoscete il gergo: “Va tutto bene”. Vi diranno.
Sono solo i malati ad avere bisogno del medico. La Scrittura afferma che ogni uomo lo è ma bisogna riconoscerlo.
“Perché anche noi eravamo una volta insensati, ribelli, traviati, servi di varie concupiscenze e voluttà, menanti la vita in malizia ed invidia, odiosi e odiantici gli uni gli altri.” Tito 3:3.