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mercoledì 24 aprile 2024

Il beffardo

“Il nome del superbo insolente è: beffardo” Prov. 21:24.

Uno degli aspetti più attraenti dei Proverbi è la sua capacità di trasmettere in una frase un grande insieme di saggezza.

E questa è una delle descrizioni che questo libro fa del beffardo. Lo si potrebbe identificare con il cinico. Si beffa delle persone e in genere le disprezza.

Un secondo versetto rivelatore afferma che i beffardi “si burlano del peccato” (14:9). In altre parole ne negano la gravità e trattano con assoluta noncuranza il bisogno di riconciliazione e di perdono.

Il beffardo non chiede ne vuole consigli. Non è disposto ad accettare quando qualcuno glieli dà, e “il beffardo non ama quando altri lo riprenda” (15:12). Ma una persona saggia invece “ascolta i consigli” (12:15). E' evidentemente una caratteristica delle persone sagge ascoltare sia il rimprovero che il consiglio. 

“Non riprendere il beffardo, per evitare che ti odi; riprendi il saggio, e ti amerà” 9:8. 

Come reagisci quando un genitore o un amico ti correggono? Il beffardo odierà, il saggio ringrazierà.

“Se sei saggio, sei saggio per te stesso; se sei beffardo, tu solo ne porterai la pena” 9:12.

Essere saggi è cosa vantaggiosa, fa bene a se stessi poi agli altri, chi sceglie di essere beffardo, subirà le conseguenze della sua scelta. 

Ma dobbiamo definire bene cosa sia la saggezza in questo libro perché essa non è una virtù naturale. La saggezza non è data all'uomo alla sua nascita. Al contrario, «la follia è legata al cuore del bambino» (22:15). La saggezza, quindi, è da ricercare ed è Dio che la dà (2:6). Questa saggezza non la si apprende sui libri di scuola ma permettendo a Dio di cambiare il nostro cuore, inoltre, «Il principio della saggezza è il timore dell'Eterno» (9:10).

“Beato l'uomo che ha trovato la saggezza, l'uomo che ottiene l'intelligenza!” 3:13. Beato l'uomo che la trova tanto più è vero se teniamo presente che la saggezza, nei Proverbi, è raffigurazione di Cristo stesso.