Egli (Dio) comanda, e fa soffiare la tempesta che solleva le onde… Ma nell’angoscia gridano al SIGNORE, ed egli li libera.
Salmo 107:28
Il Figlio
di Dio… mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Galati 2:20
2. John Newton, testimone della grazia di Dio
Nel marzo 1748, la Greyhound attraversa l’Atlantico. Ma all’improvviso si scatena una violenta tempesta; la situazione della nave e dell’equipaggio si fa talmente critica tanto da far perdere ogni speranza. Un marinaio è trascinato in mare e scompare nelle onde. John Newton allora grida: “Signore, abbi pietà di noi!” Contro ogni aspettativa, la tempesta si calma e, qualche settimana dopo, la nave approda in Irlanda. John Newton non può dimenticare l’S.O.S. che aveva lanciato a Dio. Si chiede se è degno della Sua grazia nonostante la vita dissoluta e piena di disprezzo per Dio che aveva condotto fino allora. Ma ha la netta sensazione che Dio volesse farsi conoscere da lui in mezzo a quella tempesta.
Era proprio così. La grazia di Dio aveva incominciato il suo lavoro, e dopo qualche tempo John Newton accettò il Signore Gesù come suo Salvatore. Si sposò, e per qualche anno continuò a navigare, questa volta come capitano d’una nave che trasportava degli schiavi, cosa purtroppo comune a quell’epoca. Rendendosi conto che la tratta degli schiavi non era conforme all’insegnamento di Cristo, abbandonò definitivamente quel lavoro. Aveva trent’anni. Insieme alla moglie si impegnò in una chiesa e diventò pastore a Olney (Inghilterra). Per 43 anni predicò il Vangelo. Sulla sua tomba si può leggere questa iscrizione: “John Newton, già infedele e libertino, trasportatore di schiavi africani, dalla ricca grazia del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo è stato raccolto, perdonato e scelto per predicare l’Evangelo”.