Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore.
Apocalisse 21:3-4
Per chi riceve la testimonianza della vita di Gesù, non possono esserci
dubbi sull’amore di Dio verso l’uomo. Ma Gesù non è più sulla terra, e noi
continuiamo a convivere con le sofferenze, le malattie, i lutti…
Non dimentichiamo che la sofferenza e la morte che regnano nel mondo sono una conseguenza del peccato dell’uomo.
Gesù non ha nascosto agli uomini il loro misero stato morale, ma questa verità
è stata respinta, e gli uomini si sono sbarazzati di Lui condannandolo a morte.
C’è da stupirsi se, dopo aver respinto Colui che Dio ha mandato, la situazione
del mondo non faccia che peggiorare? Vorremmo considerare Dio responsabile di
questo declino?
Consideriamo la croce del Signore. Quando l’odio dell’uomo si è scatenato
contro di Lui, l’amore di Dio verso l’uomo si è manifestato nella maniera più
evidente. In che modo? Direte voi. Perché Gesù,
sulla croce, ha preso il posto dell’uomo colpevole e ha portato il giudizio
che noi tutti meritavamo a causa del peccato. Con la sua morte, Gesù ha
riportato una vittoria definitiva
sul diavolo, perché libera dal suo potere tutti coloro che credono in Lui, e
anche sulla morte, perché Lui è risuscitato ed è salito in cielo, e così sarà
per tutti i credenti.
In questa attesa, la malattia e la sofferenza diventano un mezzo per
imparare a conoscere il “Dio di ogni consolazione” (2 Corinzi 1:3), perché Lui
solo può dare “una consolazione eterna e una buona speranza” (2 Tessalonicesi
2:16).