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domenica 24 gennaio 2021

In viaggio fuori da Noril'sk

Questa città della Russia è tristemente nota non tanto per il suo clima molto rigido (temperature invernali sotto i -40°C)  ma è famosa per le sue miniere di metallo (platino, nichel, rame, palladio) e di carbone; circa l'1% delle emissioni globali di diossido di zolfo provengono da Noril'sk, con alte concentrazioni di anidride solforosa. Lo smog forma una cappa perenne in questa città e le temperature rigide contribuiscono al mantenerlo a bassa quota a tal punto che molto spesso non si riesce a vedere l'altro lato della strada.  La percentuale di tumori è altissima, gli occhi lacrimano continuamente e sono perennemente arrossati, i polmoni bruciano e la vita media è decisamente bassa.

Mi ha particolarmente colpito la storia di un bambino dell'età di dieci anni che per un qualche motivo aveva avuto occasione di uscire da questa città nella quale era sempre vissuto fino allora. Con una certa tristezza era montato sul treno insieme ad altri bambini ed a una accompagnatrice  per fare un lungo viaggio. La sua sorpresa nel vedere le meraviglie della natura alla luce del sole e all'aria fresca lo avevano stupito talmente tanto che si era messo a piangere di fronte ad un tale spettacolo.

Lo studio della prima parte della lettera ai Romani, può essere paragonato proprio a questo “viaggio”. Dopo aver lasciato la valle dove la contaminazione e il peccato rendono l'ambiente irrespirabile perché pervaso da una realtà di morte, si sale verso l'alto. Man mano che avanziamo, l'aria si fa sempre più pura. Grazie all'opera redentrice del Signore Gesù si scoprono nuove realtà e privilegi. Dall'inquinamento più spaventoso si passa ad un ambiente sano, incontaminato.

All'inizio della lettera, l'apostolo, nel descrivere la realtà umana così come essa è, aveva dovuto dire: “L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia” Romani 1:18. Nessuno s'illuda il comportamento ribelli degli uomini non solo li rende “inescusabili”, mali pone sotto la sua giusta condanna. A tal punto che possiamo leggere quell'angosciante grido: “Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte?” v.7:24.

L'Evangelo che giunge a noi ha lo scopo di aprirci gli occhi, di dissipare quelle nebbie che provocavano la nostra cecità spirituale e mostrarci la grazia salvifica di Dio.

Adesso dopo aver spiegato dettagliatamente in che modo Dio è intervenuto in Cristo Gesù, per porre rimedio ai disastri causati dal peccato, l'apostolo può affermare: “Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù” Romani 8:1. Tutto questo è frutto dell'opera redentrice di Dio che tramite Gesù Cristo “giustifica” colui che crede (Rom.5:1), lo unisce indissolubilmente a Lui (Rom. 6:5) e lo sottrae alle giuste esigenze della legge (Rom,7). Adesso possiamo respirare a pieni polmoni e contemplare le ricchezze della sua grazia.