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mercoledì 27 gennaio 2021

Un tempo per costruire

“Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra” 

(1 Corinzi 3:10)


Dio costruisce, il nemico distrugge. Il Pastore raduna, il lupo disperde. Noi di chi siamo collaboratori, del Pastore o del lupo?

In Matteo 16:18 il Signore Gesù dice: “Edificherò la mia chiesa”. Efesini 2.21 ci parla di questo “edificio” la cui crescita è perfetta e del quale il Signore stesso è architetto e costruttore. Ma in 1 Corinzi 3:6-17, l’apostolo Paolo ci parla della costruzione della casa di Dio affidata all’uomo. Dio opera, Dio fa dei “doni”; è la sua “casa”; ma concede a noi la grazia di essere suoi “collaboratori”, e qui la nostra responsabilità è messa alla prova.

La nostra vita, la condotta, le parole dovrebbero contribuire a questa “edificazione”. “Ogni cosa è lecita, ma non ogni cosa edifica” (1 Corinzi 10:23). Com’è il nostro cammino a questo riguardo?

Nell’assemblea, “si faccia ogni cosa per l'edificazione” (1 Corinzi 14:26). Il nostro obiettivo nelle riunioni e nei nostri rapporti con la fratellanza, lo stato della nostra anima e tutto quello che noi portiamo, sono veramente “per l’edificazione”, oppure contribuiscono a rovinare, allontanare, raffreddare gli entusiasmi e l’amore per il Signore?

Costruire un edificio pietra su pietra è un lavoro lungo e difficile che richiede molta perseveranza e molto zelo. Lo vediamo in Esdra. Distruggere è questione di un momento; “un solo peccatore distrugge un gran bene”, dice l’Ecclesiaste (9:18). Ai Caldei bastò un giorno per distruggere il tempio di Salomone, per la cui costruzione c’erano voluti tanti anni. 

Di fronte alla grandezza del compito di ricostruzione, molti potrebbero esitare, ma la Parola viene in nostro aiuto: “Non già che siamo da noi stessi capaci di pensare qualcosa come se venisse da noi; ma la nostra capacità viene da Dio” (2 Corinzi 3:5).

C’è “un tempo per demolire e un tempo per costruire” (Ecclesiaste 3:3). Bisogna prima di tutto togliere le cose che ingombrano; molti pregiudizi e false idee devono essere messe da parte. Ma non è detto “un tempo per costruire e un tempo per demolire”; il demolire viene prima. Se Dio deve eliminare molte cose, è per costruire al loro posto ciò che è bene per noi. Come collaboratori di Dio, il nostro compito è di capire quando e dove abbiamo il compito di costruire. C’è un esercizio e una formazione preliminare. Bisogna sedersi e valutare bene le cose prima di edificare una torre. La preghiera sarà fondamentale in questa preparazione. 


Lo scopo della costruzione

La Bibbia ci mostra molti edifici, alcuni dei quali sono stati costruiti per l’uomo:

- Ioiachim, uno degli ultimi re di Giuda, costruisce “per se stesso” una grande e lussuosa casa. Ma il profeta gli dice: “Guai a colui che costruisce la casa senza giustizia, e le sue camere senza equità… Egli la riveste di legno di cedro e la dipinge di rosso… Ma tu non hai occhi né cuore per la tua cupidigia” (Geremia 22:13,14 e 17).

- Nabucodonosor si era impegnato con tutte le sue forze per costruire Babilonia, e diceva: “Non è questa la grande Babilonia che io ho costruita come residenza reale, con la forza della mia potenza, e per la gloria della sua maestà?” (Daniele 4:30).

La casa edificata sulla sabbia poteva avere lo stesso aspetto di quella edificata sulla roccia, ma non ha resistito alla tempesta (Luca 6:48-49).

Noi tutti possiamo “costruire” la nostra vita, la nostra famiglia, la nostra giornata, ma dobbiamo farlo per Dio e secondo la sua volontà.

- Noè “preparò un’arca per la salvezza della sua famiglia” (Ebrei 11:7).

- Davide avrebbe voluto costruire il tempio perché Dio avesse una dimora stabile in mezzo al suo popolo, ma questo privilegio non gli fu accordato. Nondimeno, “con le sue fatiche”, preparò i materiali in vista della costruzione di quello splendido edificio che sarà poi suo figlio Salomone a edificare (1 Cronache 22:14).

- Al tempo di Neemia bisognava ricostruire le mura di Gerusalemme perché fossero una separazione dalle nazioni nemiche e garantissero l’unità del popolo di Dio; e in quell’opera è detto di molti che hanno riedificato le mura davanti alla loro casa.

Oggi la casa di Dio è fatta di pietre viventi, che sono i credenti; è un edificio “ben collegato insieme”, è “l’abitazione di Dio per mezzo dello Spirito” (Efesini 2:21-22). 

Quali sono gli scopi e le motivazioni di ciò che stiamo edificando oggi in questo mondo?


Le fondamenta dell’edificio

Il futuro di ogni edificio dipende dalle sue fondamenta. Colui che ha costruito sulla roccia (Luca 6:48) ha dovuto scavare e scavare in profondità, ma la casa ha resistito alla tempesta, mentre quella costruita sulla sabbia è crollata.  La casa di Ioiachim, costruita sull’ingiustizia, non ha durato, e nemmeno la grande Babilonia di Nabucodonosor.

Il tabernacolo era innalzato nel deserto, ma aveva delle basi d’argento, figura della redenzione operata da Cristo in nostro favore, noi che eravamo schiavi di Satana e del peccato. Il tempio di Gerusalemme fu costruito sul monte Moria sul quale Isacco, figura di Cristo, avrebbe dovuto essere sacrificato, e sul quale c’era l’aia di Arauna il Gebuseo dove Davide aveva eretto un altare al Signore ottenendo grazia e perdono (2 Samuele 24:18 e 25). 

“Come esperto architetto, ho posto il fondamento – diceva Paolo – e nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù” (1 Corinzi 3:10,11). Il Signore l’aveva preannunciato: “Su questa pietra edificherò la mia chiesa” (Matteo 16:18). Cristo è il fondamento incrollabile della casa di Dio. Non dobbiamo mai dimenticare che il fondamento della Chiesa è anche il fondamento della chiesa locale nella quale ci raduniamo e alla quale siamo tanto legati.


G. André