“Il SIGNORE disse a Samuele: Fino a quando farai cordoglio per Saul, mentre io l'ho rigettato perché non regni più sopra Israele? Riempi d'olio il tuo corno e va'; ti manderò da Isai di Betlemme, perché mi sono provveduto un re tra i suoi figli"
1 Samuele 16:1.
Diamo un occhiata alla situazione della nazione d’Israele in quel momento.
E’ una nazione circondata da popolazioni che praticano culti brutali e immorali come gettare i propri figli nel fuoco offrendoli ai loro dei, e il primo monarca di Israele si è rivelato un incompetente. E poi c’erano i Filistei: un popolo sempre in guerra e scommettere su di un loro attacco era come scommettere che d’Estate avrebbe fatto caldo. I Filistei forgiavano armi di ferro, gli Ebrei combattevano con armi rudimentali, i Filistei avevano carri di ferro, gli Ebrei solo strumenti agricoli. Ci fu una battaglia e nell’intero esercito Israelita c’erano solo due spade.
Corruzione all’esterno, pericolo all’esterno. Saul era debole e in mezzo a questa situazione che cosa fa Dio? Dio fece ciò che nessuno immaginava. Fece un invito a un signor nessuno di un paesino sperduto.
Immaginiamo Samuele che deve andare a ungere un nuovo re quando ce ne già uno in una nazione che sembra seduta su di una polveriera.
E con tutte le scelte che passarono dinanzi al profeta, Dio aveva scelto la meno ovvia.
“Poi Samuele disse a Isai: Sono questi tutti i tuoi figli? Isai rispose: Resta ancora il più giovane, ma è al pascolo con le pecore” ver.16. Scelse il giovane Davide, un pastore come guida e futuro re del suo popolo.
Il Golia che terrorizzava l'esercito d'Israele aveva questo aspetto:“Dall'accampamento dei Filistei uscì un campione di nome Goliat, di Gat, alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo, indossava una corazza a squame che pesava cinquemila sicli di bronzo, portava delle gambiere di bronzo e un giavellotto di bronzo dietro le spalle. L'asta della sua lancia era robusta come un subbio di tessitore, la punta della lancia pesava seicento sicli di ferro e colui che portava il suo scudo lo procedeva” 1 Samuele 17:4-7.
Il tuo Golia non ha spada e scudo, ma brandisce le lame della disoccupazione, del lavoro precario, dell'abbandono. Il tuo gigante non sfila su è giù per i colli che circondano la valle dei terebinti ma attraversa baldanzoso il tuo ufficio, la tua aula scolastica. Ti porta bollette che non puoi pagare, un passato che non riesci a scrollarti di dosso e un futuro che non hai la forza di affrontare. Non riveste una corazza a squame ma porta notizie sconcertanti che non ti aspettavi mai di ascoltare. Combatte con le lame della depressione, della delusione, lame che non tolgono la vita ma i sorrisi, non feriscono la carne ma lo spirito, porta sgomento e paura, “rimasero sgomenti ed ebbero gran paura” v.11.
“Intanto il Filisteo si faceva avanti mattina e sera; si presentò così per quaranta giorni” v.16. Il primo pensiero del mattino e per lui come per lui è l’ultima preoccupazione della sera. Il tuo Golia domina la tua giornata e occupa totalmente i tuoi pensieri.
Non ricordi neppure più da quanto tempo ti stia davanti.
In questo capitolo nessuno parla di Dio, tutti sono concentrati sul gigante. Davide invece sembra avere altre prospettive, vede sì il gigante, ma il suo sguardo è concentrato su Dio e non parla altro che di Dio. Gli occhi di tutti eccetto i suoi sono concentrati su Golia, ogni bussola punta in quella direzione. Davide si rifiuta di vedere quello che gli altri vedono.
Abbiamo bisogno della storia di Davide. I giganti stanno in agguato nei nostri quartieri. Dobbiamo affrontarli sì, ma non da soli. Abbiamo bisogno di tenere il nostro sguardo concentrato su Dio perché ci occorre il suo aiuto ed Egli ce lo darà. Dio lo chiamò “uomo secondo il mio cuore” Atti 13:22. E volete sapere perché? Perché Davide si affidava totalmente a Dio.